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C’è il picco dell’influenza
super affollati gli ospedali

Una coppia si abbraccia in una Bra resa suggestiva dalla nevicata di ieri sera . La perturbazione mista di acqua e ghiaccio ha investito tutta la provincia FOTO MARCHIORI
Una coppia si abbraccia in una Bra resa suggestiva dalla nevicata di ieri sera . La perturbazione mista di acqua e ghiaccio ha investito tutta la provincia FOTO MARCHIORI
Una coppia si abbraccia in una Bra resa suggestiva dalla nevicata di ieri sera . La perturbazione mista di acqua e ghiaccio ha investito tutta la provincia FOTO MARCHIORI
Una coppia si abbraccia in una Bra resa suggestiva dalla nevicata di ieri sera . La perturbazione mista di acqua e ghiaccio ha investito tutta la provincia FOTO MARCHIORI

Solo l’altro ieri all’Inps di Verona sono arrivati 2.600 certificati di malattia. La metà, circa, per influenza. La patologia, dicono gli esperti, è nel picco della diffusione.

I veronesi messi ko dal California, dall’Hong Kong e dal Brisbane - i virus arrivati da America, Cina e Autralia colpevoli del contagio - sono quindi tanti, tantissimi: più di un migliaio al giorno.

«Nell’ultima settimana abbiamo avuto un’impennata eccezionale», spiegano all’ufficio medico legale dell’Istituto di previdenza di via Battisti, «nella sola giornata di mercoledì abbiamo registrato circa 1.300 nuove posizioni per sindrome influenzale; c’è stata una crescita esponenziale di casi da Natale ad oggi e, al momento, il numero di lavoratori a casa è duplicato rispetto alla media del resto dell’anno».

Il tutto, naturalmente, non comporta solo malesseri fisici per chi è costretto a fare i conti per almeno 4/5 giorni con febbre alta, dolori alle ossa e alla testa, tosse che diventa nei casi peggiori bronchite o peggio ancora polmonite, ma ha anche un impatto «economico» non indifferente. L’influenza costa cara, in tutti i sensi, sia a chi ce l’ha sia a chi - in primis aziende pubbliche e private e servizio sanitario nazionale - ne subisce le conseguenze dirette (visite, diagnostica, farmaci) e indirette (inattività lavorativa).

In termini di giorni di lavoro persi - secondo dati Istat e Ministero della Salute - l’influenza costa 1,3 miliardi di euro all’anno ed è causa del 10% di tutte le assenze degli occupati. Si stima che le imprese veronesi, per dare l’idea, da ottobre a inizio gennaio abbiano perso per «inattività lavorativa» oltre 2,5 milioni di euro (il totale italiano è di 140 milioni) per circa 35.400 giorni di malattia (2 milioni il dato nazionale). Tenendo presente che un «malato tipo» ha una convalescenza di 4/5 giorni, il costo sociale diretto della sua influenza - assistenza di base e medicine - è di 330 euro, cifra che sale a 3-6mila euro con l’ospedalizzazione, mentre quello «indiretto», cioè i giorni di lavoro persi, è di circa 1000 euro.

Un salasso per il sistema impresa che potrebbe essere contenuto con il ricorso alla vaccinazione che, oltre ad avere una valenza sanitaria importante per il contenimento del contagio, avrebbe anche quella altrettanto auspicabile della riduzione dei costi. «La recrudescenza della malattia che stiamo registrando in questi giorni», spiegano sempre all’Inps citando nuovamente i 2.600 certificati ricevuti solo mercoledì, «essendo appunto la sindrome influenzale una di quelle che risponde ottimamente al vaccino, sarebbe sicuramente stata minore. I costi sociali dell’influenza sarebbero facilmente contenibili con un programma di prevenzione adeguato».

Altri numeri a conferma: per ogni soggetto vaccinato si ha una diminuzione media dei ricoveri ospedalieri del 55% e un taglio di 135 euro della spesa in farmaci.

Il monitoraggio dell’epidemia nelle tre ex Ulss veronesi (la 20, la 21 e la 22 ora riunite nell’Ulss unica scaligera, la numero 9) registra da inizio anno un aumento dei ricoveri in pneumologia a Bussolengo del 30-40% con necessità di posti «in appoggio» nell’area chirurgica. L’incremento maggiore nell’ordine di un +50% rispetto all’autunno è quello collegato alle consulenze per il Pronto Soccorso rispetto ai mesi autunnali.

A San Bonifacio (ex Ulss 20) il numero dei malati in questi giorni è notevole «ma la tendenza è di un sensibile aumento nelle prossime 3 settimane», fanno sapere dalla direzione sanitaria. «Il maggior numero di casi è rappresentata da bambini piccoli e over 65, questi ultimi con complicanze cardio-respiratorie. Per l’influenza è stato necessario predisporre letti ad hoc nei reparti di chirurgia, ortopedia e ginecologia».

Meglio a Mater Salutis di Legnago dove, fino ad ora, non c’è stato bisogno di procedere a ricoveri.

Camilla Ferro

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