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Aeroporto, Procura al lavoro I soci: «Pulizia fino in fondo»

CATULLO E INCHIESTE. Prime reazioni alla notizia che ci sono i primi indagati per il buco di bilancio di 26,6 milioni
Il procuratore Schinaia conferma «Stiamo acquisendo elementi» Miozzi: «Anche l'ex dirigenza deve fornire tutti i chiarimenti»
Il procuratore capo Mario Giulio Schinaia
Il procuratore capo Mario Giulio Schinaia
Il procuratore capo Mario Giulio Schinaia
Il procuratore capo Mario Giulio Schinaia

«Stiamo effettivamente lavorando per acquisire elementi in grado di definire ruoli ed eventuali responsabilità. Di più non intendo dire in questo momento», è questo l'unico commento del procuratore della Repubblica Mario Giulio Schinaia sulle indagini riguardanti la cattiva gestione dell'aeroporto Catullo che ha causato un buco di bilancio di ben 26,6 milioni di euro portando l'ente sull'orlo del dissesto finanziario. L'inchiesta giudiziaria, come anticipato ieri da L'Arena, riguarderebbe alcuni ex dirigenti del Catullo tra i quali potrebbe esserci l'ex direttore generale Massimo Soppani che aveva gestito lo scalo veronese con l'ex presidente Fabio Bortolazzi. Ma sui nomi il riserbo è assoluto. Una delle ipotesi di reato è malversazione ai danni dello Stato, vale a dire utilizzo improprio e scorretto di denaro pubblico da parte di responsabili dell'aeroporto. Nelle scorse settimane i militari della Guardia di Finanza avevano passato al setaccio gli uffici dell'aeroporto ora guidato dal presidente Paolo Arena e dal direttore Carmine Bassetti. Intanto i principali soci scaligeri del Catullo, Camera di commercio, Provincia e Comune di Verona, auspicano che si giunga velocemente alla verità. «È doveroso che si faccia chiarezza ed è altrettanto doveroso», fa sapere il presidente della Provincia Giovanni Miozzi, «che da parte della precedente amministrazione del Catullo (guidata dal presidente Fabio Bortolazzi e dal direttore Soppani) siano forniti tutti i chiarimenti: se venisse provato che non hanno colpe sarebbe un sollievo, se invece emergesse una loro responsabilità ne dovranno rispondere». All'accelerazione delle indagini ha contribuito l'azione di responsabilità esercitata dal consiglio di amministrazione nei confronti dell'ex direttore generale Massimo Soppani. Un analogo provvedimento nei riguardi dell'ex presidente Bortolazzi non sarebbe, per ora, all'ordine del giorno. «È un tema che va affrontato insieme da tutti i soci» si limita a dire Miozzi, che non nasconde la propria preoccupazione sul futuro dell'aeroporto: «Fare chiarezza è il primo passo, poi serve un rilancio, e questo è il passaggio più difficile, tuttavia mi sento ottimista perché Verona ha grandi risorse e capacità a livello gestionale anche se», aggiunge, «siamo coscienti che si tratta di un percorso difficilissimo, per usare un eufemismo visto che la situazione è pesante: ora serve uno sforzo immenso di tutti dal punto di vista economico, politico, sociale... nei momenti di difficoltà spesso emergono le idee e le energie migliori». La partita, quindi, non si preannuncia facile. «Ma non possiamo assolutamente perderla», esclama il presidente della Provincia, «il Catullo è un'infrastruttura strategica e lo sarà sempre di più in futuro perché l'aeroporto è il collegamento di Verona con l'Europa». Da parte sua, il presidente della Camera di commercio Alessandro Bianchi auspica un clima di maggiore serenità. «È giusto che venga fatta chiarezza sul passato, ma ora siamo sulla strada buona per decollare, si tratta di lavorare e di lasciar lavorare la nuova dirigenza». Ottimista? «Sì, certo». Anche per lo scalo bresciano di Montichiari in deficit clamoroso? «Quando avremo la concessione ci rimboccheremo le maniche». Laconico, infine, il commento del sindaco Flavio Tosi sulle indagini in corso: «È utile e importante che siano accertate la verità ed eventuali responsabilità per il dissesto del Catullo». F.M. E.S.

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