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il riconoscimento della fondazione fevoss santa toscana

Il cavallo come «pronto intervento» contro il disagio giovanile: consegnato a Fieracavalli il Premio Guglielmi 2022

Stella Cavallini, laureata a Verona, la vincitrice della quinta edizione. Menzioni speciali a Silvia Andreotti e Deborah Scarponi. Presentato il secondo volume della collana «Il nitrito che cura» (Edizioni03)
Le vincitrici del Premio nazionale Carla Guglielmi edizione 2022, tra Angelo Pasi ed Enza Di Giovanni (a sinistra) e Alfredo Dal Corso (a destra)
Le vincitrici del Premio nazionale Carla Guglielmi edizione 2022, tra Angelo Pasi ed Enza Di Giovanni (a sinistra) e Alfredo Dal Corso (a destra)
Premio Guglielmi - quinta edizione

È una giovane mantovana, Stella Cavallini, di Magnacavallo, la vincitrice della quinta edizione del Premio nazionale «Carla Guglielmi», un riconoscimento per tesi di laurea o dottorato, bandito dalla Fondazione Fevoss Santa Toscana con Fieracavalli, per dare rilievo alla straordinaria relazione tra uomo e cavallo e alle ricerche nel settore degli interventi assistiti con questo animale. Un tema, unito alla passione educativa verso giovani in difficoltà, che è stato la ragione di vita di Carla Guglielmi, stimata docente di Lettere dell’istituto tecnico Pasoli di Verona scomparsa alla fine del 2016, a cui il marito Angelo Pasi ha deciso di intitolare il premio.

E un tema particolarmente sentito in un periodo in cui l’emergenza «baby gang» e il disagio giovanile hanno convinto le istituzioni a inviare negli istituti scolastici squadre di professionisti dedicate ad intercettare precocemente i campanelli d’allarme. «A questo proposito, obiettivo del premio è premiare gli elaborati più originali e innovativi che vedono nel cavallo un possibile supporto al giovane in particolari situazioni di difficoltà psicofisica, ma anche come “compagno” nel naturale percorso dell’adolescenza e della crescita verso l’età adulta», spiega il promotore e benefattore, Angelo Pasi.

La vincitrice e la menzione speciale

A parere della giuria, composta dallo stesso Pasi, dai vertici di Fondazione Fevoss Santa Toscana, da veterinari e docenti universitari, il lavoro più meritevole è stato dunque la tesi di laurea magistrale in Scienze Pedagogiche di Stella Cavallini discussa all’Università degli Studi di Verona, dal titolo «Educare attraverso il rapporto con gli animali», che ha vinto il primo premio, una borsa di studio del valore di 1.500 euro.

Mentre una menzione speciale e un assegno di 300 euro, fra le tesi pervenute quest’anno alla Fondazione Fevoss Santa Toscana, va a Silvia Andreotti, 26 anni di Genova, per la tesi di laurea magistrale in Psicologia Clinica e della Riabilitazione discussa all’Università Niccolò Cusano, dal titolo «La relazione tra ragazzi con disabilità e il cavallo: come gli interventi assistiti possono sostenere la collaborazione fra gli utenti e il loro sviluppo bio-psico-sociale», e a Deborah Scarponi, 25 anni di Treia (Macerata), per la tesi di laurea in Scienze e Tecniche dello sport e delle attività motorie preventive e adattate, discussa all’Università degli Studi di Perugia, dal titolo «Sono al tuo fianco: progetto su Interventi Assisititi con Equidi in bambini con disturbo dello spettro autistico». I riconoscimenti sono stati consegnati questa mattina alla 124ª Fieracavalli all’interno dello stand della Regione Veneto.

Le tesi: utilità e criticità rispetto agli interventi assistiti con il cavallo

I lavori vincitori sono la prova concreta del valore degli interventi assistiti con il cavallo come “pronto intervento” per risolvere emergenze nell’ambito delle difficoltà giovanili, come recita il tema del bando 2022. La vincitrice Cavallini descrive alcune delle esperienze nate durante il progetto «Agrivivere», che vede protagonisti ragazzi dai 6 ai 18 anni immersi in attività in natura e a stretto contatto con i cavalli alla Scuola di equitazione La Conchiglia a Serravalle a Po, in provincia di Mantova.

«C’è chi ha iniziato il percorso di recupero come minore seguito dagli operatori e adesso lavora come tecnico di scuderia. Chi faceva uso di sostanze stupefacenti, ha seguito preparazioni agonistiche, ha partecipato a gare e ha pure vinto. Chi era molto insicura, non aveva mai fatto sport nella sua vita, ma si è ritrovata a gestire un animale così grande e a rendersi conto che riesce: un’infusione di autostima immensa».

Ma l’equino è anche «un mediatore fondamentale», aggiunge Silvia Andreotti, che ha analizzato il Progetto «Conosciamoci» gestito dall’associazione Arcobalena, osservando i cambiamenti di cinque ragazzi con disabilità, all’inizio sconosciuti fra loro e ognuno con differenti abilità, diventati grazie al cavallo un vero gruppo: «Questo animale ha facilitato l’interazione tra i ragazzi, sfumando le caratteristiche autoreferenziali che spesso limitavano una relazione funzionale con gli altri e permettendo ai singoli individui di diventare, attraversando le differenti fasi di formazione, un gruppo».

«Un limite sostanziale in Italia, però, è che queste attività vengono praticate soprattutto in regime privatistico e quindi prevedono dei costi elevati, sia per le strutture, che per le famiglie degli utenti, spesso già gravate dalle spese per le terapie riabilitative tradizionali. Quindi molti si trovano a dover rinunciare ad avvalersi degli Interventi Assistiti Con Gli Animali», è la considerazione di Deborah Scarponi.

«Invece questo risultano molto efficaci nel trattamento anche dei disturbi dello spettro autistico, per il forte legame che i bambini instaurano con gli animali. La Fise Umbria ha voluto finanziare tale progetto, nella convinzione di quanto le attività con il cavallo possano essere di supporto alle terapie tradizionali, per migliorare la qualità della vita di questi soggetti».

 

Le borse di studio e la collana «Il nitrito che cura»

La presentazione della collana «Il nitrito che cura»
La presentazione della collana «Il nitrito che cura»

Durante la mattinata è stato presentato il secondo volume della collana «Il nitrito che cura» (Edizioni03), presentata un anno fa e che di qui in avanti raccoglierà e diffonderà ogni anno le tesi vincitrici. «Decidere di pubblicare una sintesi scientifica delle esperienze di ricerca più significative scaturite nelle prime edizioni del riconoscimento è stato il nostro modo per imprimere il segno della ripartenza dopo la stagione difficile del Covid», ricorda il presidente di Fondazione Fevoss Santa Toscana, Alfredo Dal Corso.

«Il cda ha deciso di proseguire su questa strada con il duplice obiettivo di offrire ai giovani laureati un ulteriore riconoscimento della qualità del lavoro svolto e quello, statutario per la Fondazione, di favorire la diffusione scientifica». Il libro, a cura di Gaspare Crimi e Alfredo Dal Corso, è rintracciabile sul sito di Edizioni03.com e, su ordinazione, in tutte le librerie italiane.

«A Veronafiere siamo fermamente convinti che il mondo equestre possieda una fortissima componente fatta di sostenibilità, inclusione e solidarietà – commenta Federico Bricolo, presidente di Veronafiere –. Per questo ci siamo impegnati negli anni con l’obiettivo di accrescere sempre più l’anima legata alla “responsabilità sociale” di Fieracavalli, sostenendo e promuovendo progetti di alto valore per la comunità e il territorio, come l’iniziativa portata avanti dalla Fondazione Fevoss Santa Toscana. Diffondere un approccio etico e rispettoso del benessere dell’animale e dell’uomo resta la nostra linea guida, soprattutto se guardiamo alle terapie assistite con il cavallo».

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