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Zenti: «Povertà? Nel 2016 è vietata l’indifferenza»

di Ilaria Noro
Spettacolo di fuochi pirotecnici dall’Arena per salutare l’arrivo del nuovo anno, la notte di San Silvestro FOTO MARCHIORIIl vescovo Giuseppe Zenti la sera del 31 all’Ultimo con Noi promosso dalla Caritas in Fiera  FOTO MARCHIORI
Spettacolo di fuochi pirotecnici dall’Arena per salutare l’arrivo del nuovo anno, la notte di San Silvestro FOTO MARCHIORIIl vescovo Giuseppe Zenti la sera del 31 all’Ultimo con Noi promosso dalla Caritas in Fiera FOTO MARCHIORI
Spettacolo di fuochi pirotecnici dall’Arena per salutare l’arrivo del nuovo anno, la notte di San Silvestro FOTO MARCHIORIIl vescovo Giuseppe Zenti la sera del 31 all’Ultimo con Noi promosso dalla Caritas in Fiera  FOTO MARCHIORI
Spettacolo di fuochi pirotecnici dall’Arena per salutare l’arrivo del nuovo anno, la notte di San Silvestro FOTO MARCHIORIIl vescovo Giuseppe Zenti la sera del 31 all’Ultimo con Noi promosso dalla Caritas in Fiera FOTO MARCHIORI

Sensibilità, accoglienza, misericordia. Oltre che voglia di stare insieme e divertirsi. L'Ultimo con Noi, la serata del 31 promossa dalla Caritas, ha richiamato in Fiera oltre seicento persone tra i giovani delle parrocchie del territorio e gli ospiti, profughi e rifugiati del Samaritano, in Zai.

«Come chiede spesso papa Francesco, in questa società non dobbiamo agire con indifferenza. Invece purtroppo tantissime persone, per i più svariati motivi, davanti all'altro, agiscono con indifferenza. In questo "Ultimo con noi" si respira qualcosa di molto diverso: c'è sensibilità, c'è accoglienza, c'è misericordia. C'è Gesù in ciascuna persona che vive questo evento. E sarebbe importante riportare i sentimenti di questa serata nel quotidiano, per vivere sempre la nostra vita nella misericordia del prossimo», ha esordito il vescovo Giuseppe Zenti, celebrando la messa e rivolgendosi alla platea di giovani.

Questa edizione, la seconda in Fiera, è stata però anche la prima blindata. All'entrata del PalaExpo, infatti, un servizio di sicurezza ha vigilato sugli ingressi controllando ogni persona.

Casacca fluorescente e metal detector alla mano, gli steward - gli stessi che prestano servizio allo stadio - erano sette e hanno presidiato oltre che l'accesso principale anche l'auditorium dove è stata celebrata la messa.

«Queste sono le disposizioni sulla sicurezza dopo ciò che è accaduto a Parigi lo scorso novembre. Può non piacere ma è meglio non correre rischi, soprattutto con i ragazzi», spiegano gli organizzatori.

Tutto si è svolto comunque in piena tranquillità e ai metal detector i più non hanno prestato attenzione.

I giovani entravano a gruppi, il sorriso sulle labbra e la voglia di raccontarsi le esperienze del pomeriggio.

Un centinaio di ragazzi ha infatto iniziato il proprio Ultimo con noi già alle 14 del 31 dicembre quando, divisi in gruppi di 5 persone o poco più, hanno visitato alcune case di riposo, centri di accoglienza e case-famiglia per portare gli auguri di buon anno a bimbi, anziani e disabili.

«Abbiamo parlato con gli anziani ospiti di una casa di riposo di Bussolengo, prima di intonare qualche canto e animare una tombolata di gruppo», spiega Andrea Campagnola, 29 anni, al suo terzo Ultimo «con le persone meno fortunate: sono piccoli momenti davvero concreti che fanno la differenza».

Dopo la funzione celebrata dal vescovo Zenti e concelebrata anche dal direttore della Caritas monsignor Giuliano Ceschi, la serata è entrata nel vivo con la cena.

La sala è stata attrezzata con lunghi tavoloni e panche da sagra paesana, dove hanno cenato anche l'assessore ai Servizi Sociali Anna Leso, il direttore del Samaritano Michele Righetti, la presidente del Centro Servizio per il volontariato Chiara Tommasini. Un saluto lo ha fatto anche Fabio Venturi, presidente dell'Agsm. Sponsor dell'iniziativa insieme a Comune e Amia.

Menù del cenone: risotto, arrosto di vitello e patatine fritte. «Abbiamo cotto 700 chili di risotto al tastasal. Cui si aggiungono i bis di riso alle verdure, preparato per le persone di fede musulmana», spiegano Mariano, Claudio e Mario, tre delle 18 persone - rigorosamente volontarie - che hanno composto lo staff cucina.

Cento porzioni, inoltre, sono state consegnate alla Ronda della Carità che anche nella notte dell'Ultimo dell'anno, come nelle restanti 364, ha distribuito cibi, bevande e indumenti caldi a chi non ha un tetto sotto cui riparare.

Prima e dopo il conto alla rovescia allo scoccare della mezzanotte, balli e musica dal vivo. E dai ritmi locali si è passati a musiche provenienti da lontano, da vari Paesi del mondo, intonate dagli stessi giovani rifugiati che hanno impugnato gli strumenti.

Divertenti volontari della serata anche gli Ops clown, onlus che ha animato nel pomeriggio i bimbi ricoverati al Policlinico.

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