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Zenari è cardinale, l’abbraccio degli amici

Il neocardinale Mario Zenari in piazza San Pietro con i veronesi scesi a Roma per la grande occasioneIl Papa impone la berretta cardinalizia sul capo di Mario Zenari
Il neocardinale Mario Zenari in piazza San Pietro con i veronesi scesi a Roma per la grande occasioneIl Papa impone la berretta cardinalizia sul capo di Mario Zenari
Il neocardinale Mario Zenari in piazza San Pietro con i veronesi scesi a Roma per la grande occasioneIl Papa impone la berretta cardinalizia sul capo di Mario Zenari
Il neocardinale Mario Zenari in piazza San Pietro con i veronesi scesi a Roma per la grande occasioneIl Papa impone la berretta cardinalizia sul capo di Mario Zenari

Maria Vittoria Adami

CITTÀ DEL VATICANO

È il primo a entrare nella basilica di San Pietro, alle 11, e a parlare ringraziando Papa Francesco a nome di tutti i nuovi cardinali, pronti per la cerimonia di creazione dei porporati. È anche il primo a essere chiamato da Bergoglio che in formula latina ribadisce il suo incarico «nella martoriata Siria», dove è nunzio apostolico.

Monsignor Mario Zenari è cardinale. Vibra, nella navata a sinistra, la platea. Sono venuti in Vaticano per vederlo un centinaio di cittadini di Rosegaferro, frazione villafranchese dove è nato 70 anni fa, e altrettanti amici ed ex parrocchiani di Verona. Ci sono i fedeli di Buttapietra e Cerea, sue prime parrocchie dove fu curato dal 1970 al 1976. E gli amici sacerdoti, della stessa classe di ordinazione del 1970. Non perdono una parola all’inizio della cerimonia che si apre proprio con la sua voce. Zenari ringrazia il pontefice che li ha chiamati «ad andare nelle periferie dell’esistenza e del mondo» e porta l’attenzione su «quei luoghi dove milioni di malcapitati muoiono, rimangono sotto le macerie, sono vittime di efferate violenze» e laddove «disumani conflitti ricadono sulle inermi popolazioni civili». La sua Siria ne è l’emblema, ma anche un luogo di speranza in cui ricostruire un mondo nuovo. E anche il vangelo del giorno, «amate i vostri nemici», dà un’indicazione così come l’ha data l’anno giubilare della misericordia, stamattina in chiusura con una cerimonia concelebrata dai nuovi cardinali e Papa Francesco. «Quelle regioni del mondo», continua Zenari rivolgendosi a Bergoglio, «sono luoghi di esercitazioni di opere di misericordia a tutto campo. E in lei vediamo la sollecitudine, ma anche l’instancabile opera per la cessazione della violenza, per la riconciliazione, la solidarietà, l’unità delle nazioni. La chiesa continuerà con rinnovato slancio».

Papa Francesco ha chiamato quindi i 13 cardinali elettori (ammessi al conclave) e i quattro ultraottantenni non elettori. Con una cerimonia sobria e breve, ha imposto loro lo zucchetto e la berretta cardinalizia, consegnando l’anello e la bolla e assegnando loro l’ordine presbiteriale o diaconale. Per Zenari rimane lo stesso: nunzio apostolico in Siria. Su di lui Bergoglio ha concentrato l’attenzione, nel suo annuncio all’Angelus del 9 ottobre, per portare al centro dell’opinione internazionale la Siria.

In piedi dall’alba, in coda dalle 7.45 e per quasi tre ore abbracciati dal colonnato del Bernini, venuti in treno e in pullman da Rosegaferro, e da Villafranca, Soave, Custoza, Buttapietra e Cerea, Sona e dalla città, i veronesi non hanno perso una parola di Zenari. L’hanno poi atteso in piazza San Pietro dove il neo cardinale li ha raggiunti con la veste e lo zucchetto porpora. Se ne è andata così la stanchezza di una notte passata in treno o della levataccia per chi ha dormito a Roma. Erano tutti lì per lui. «Era necessario esserci, per lui e per il nostro paese», raccontano le più giovani Elsa e Linda Cordioli, 23 e 26 anni di Rosegaferro, «è una persona molto preparata. Sono orgogliosa», continua Elsa, «se lo merita. In un Paese in guerra come la Siria serve una figura seria che porti avanti la cristianità». «È una persona semplicissima, ci chiede di chiamarlo don Mario, non sua eminenza», aggiunge Maria Grazia Aver, di Villafranca. Sono venuti a salutarlo anche don Loris Laurini, parroco uscente di Rosegaferro ora assegnato a Santa Lucia Extra, e don Gianluca Bacco nuovo parroco di Rosegaferro, don Angelo Bellesini di Palazzolo di Sona e don Giacomo Cordioli del don Calabria.

Al gruppo si mescolano i parenti: le sorelle Giuseppina e suo Maria Tarcisia, madre generale delle Piccole suore della Sacra famiglia a Castelletto di Brenzone, i nipoti Maria, assessore comunale a Villafranca, e don Paolo Cordioli, insegnante allo Studio teologico di San Zeno, il cognato Mario. C’è anche una coppia di Soave: Renato Centomo, parente, con Patrizia Nicoletti. Racconta Luca Cordioli, di Rosegaferro: «Sono stato a trovarlo a Bucarest e a Damasco un mese prima che scoppiasse la guerra, ma già c’era il sentore: ci avevano registrati e dato molte raccomandazioni». Nella calca della piazza si scambiano chiacchiere, tra bandierine e foulard che richiamano i Paesi di provenienza dei nuovi cardinali. «Una sensazione indescrivibile. In pochi metri hai il mondo attorno. La chiesa universale», riassume Paolo Cordioli, di Villafranca.

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