Dichiara di andare al seggio, domenica, Orietta Salemi, consigliera regionale del Pd, e di votare «Sì», ma lancia la sfida a Luca Zaia: «Smettiamola col balletto dei dati. Confondere le carte è controproducente e rivela scarsa serietà da parte della Lega». Zaia «tira sempre in ballo i dati sul residuo fiscale. Gli ultimi sono i 15 miliardi di credito che il Veneto dovrebbe avere nei confronti dello Stato. Su questo è innanzitutto opportuno che il presidente si metta d’accordo con se stesso: all’inizio Zaia dichiarava che il residuo fiscale è di 21 miliardi - nell’opuscolo Venexit - oggi dice, in un post sulla pagina facebook del 21 agosto, che è di 15,5». A dimostrazione, aggiunge la consigliera del Pd, «di un uso strumentale dei dati e di cifre snocciolate a caso, come se questo fosse il merito della questione. In realtà il vero merito della autonomia è la gestione più efficiente e più trasparente, perché più prossima, delle risorse a disposizione». Secondo la Salemi «il residuo fiscale totale della nostra regione è ben inferiore, di quasi cinque volte, a quello dichiarato da Zaia - ad esempio nel 2014 è stato di 3,5 miliardi - e il grado di autonomia non fa cambiare il residuo fiscale. Piuttosto è l’andamento dell’economia che incide sul residuo fiscale. Si aggiunga che già oggi in Veneto la spesa primaria in percentuale delle entrate totali (media anni 2008-2014) è pari all’89%. Proprio quella che il presidente annuncia che ci sarà dopo il referendum».E.G.