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Visite ed esami? Si va dove c’è posto

L’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto
L’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto
L’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto
L’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto

Elena Cardinali Un caso non fa statistica. E, inoltre, dentro a quel caso bisogna guardare bene. Perchè se è vero che per una prestazione specialistica un paziente ha avuto una prenotazione per l’anno prossimo, è altrettanto vero che ne ha rifiutate una decina che gli avrebbero permesso di effettuare la stessa visita specialistica in ospedali diversi da quello che voleva lui. Così l’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto interviene sul caso del pensionato di Bovolone che si è visto assegnare un appuntamento al 25 marzo 2019 per una visita cardiologica con l’esame Holter all’ospedale San Biagio di Bovolone, di cui abbiamo riferito ieri su queste pagine. L’assessore è andato a verificare l’iter della prenotazione in questione, «ed è risultato che al paziente era stato offerta la possibilità di avere la medesima prestazione il 29 gennaio a San Bonifacio, dove avrebbe potuto averla anche il 4 maggio e il 28 giugno, e, ancora, il 24 e il 31 gennaio e il 6 febbraio in una struttura dell’Ovest veronese, e, ancora, il 6 febbraio, il 4 maggio e il 28 giugno a Legnago. E parliamo del 2018, non dell’anno prossimo. Inoltre questo stesso paziente ha rifiutato di essere inserito nella cosiddetta lista di galleggiamento, quella che consente di prendere il posto di un altro paziente quando questi rinunci alla sua prenotazione. Per cui ribadisco quello che avevo già detto nei giorni scorsi: se si vuole una visita specialistica la si può ottenere al massimo entro 90 giorni, vale a dire il limite realizzato dalla Sanità veneta contro i 180 previsti dalla normativa nazionale, nella struttura dove è disponibile. Se, invece, si vuole assolutamente andare in quella che si desidera, allora bisogna aspettare. Lo stabilisce la legge». E a proposito di visite specialistiche fa presente, l’assessore regionale, che in Veneto tra l’ottobre del 2016 e lo stesso mese del 2017 sono state erogate 50mila prestazioni indifferibili, vale a dire entro 30 giorni dalla richiesta del medico di base, 41.265 di programmabili, entro i 90 giorni, e 33.552 di prestazioni in tempi brevi, entro dieci giorni. Dati che si riferiscono solo ad un segmento specifico della prestazioni sanitarie in Veneto che, nel giro di un anno, arrivano a 80 milioni, di cui due solo nei posti di pronto soccorso. «Vorrei ricordare che il dimezzamento dei tempi delle liste d’attesa è certificato», precisa ulteriormente l’assessore Coletto. «E da quando è andato in vigore, un anno fa, ha avuto un adeguamento molto rapido, arrivando al 97 per cento a ottobre 2017. La norma nazionale dice chiaramente che una Regione quando rispetta i tempi al 90 per cento può dirsi in regola. Noi potremmo essere più che tranquilli, ma vogliamo occuparci anche di quel minimo residuo per garantire a tutti dei tempi d’attesa ragionevoli e adeguati alle necessità dei nostri utenti». •

Elena Cardinali

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