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Vinitaly, da rivali ad alleati
ora Verona e Milano brindano

Il padiglione della Lombardia misura 8.500 metri quadrati e accoglie oltre 200 espositoriIl Vinitaly ha festeggiato lo scorso anno le 50 candeline
Il padiglione della Lombardia misura 8.500 metri quadrati e accoglie oltre 200 espositoriIl Vinitaly ha festeggiato lo scorso anno le 50 candeline
Il padiglione della Lombardia misura 8.500 metri quadrati e accoglie oltre 200 espositoriIl Vinitaly ha festeggiato lo scorso anno le 50 candeline
Il padiglione della Lombardia misura 8.500 metri quadrati e accoglie oltre 200 espositoriIl Vinitaly ha festeggiato lo scorso anno le 50 candeline

Verona e Milano da competitors a partner nell’organizzazione di fiere e manifestazioni per misurarsi e concorrere sui mercati internazionali.

Finita l’era dei campanilismi, che avevano portato forti rivalità tra la città scaligera e il capoluogo lombardo, le energie si stanno concentrando ora sulla promozione di progetti in sinergia.

Se n’è parlato ieri all’ultimo piano del Pirellone, a Milano, dove la Regione Lombardia e Unioncamere hanno presentato, assieme ai vertici di Veronafiere, il padiglione del Vinitaly (in programma dal 9 al 12 aprile) dedicato alle aziende vitivinicole lombarde.

«Uno spazio di 8.500 metri quadri, in cui verranno ospitati oltre 200 espositori, circa l’85 per cento del totale dei produttori del territorio, per un migliaio di etichette in degustazione», hanno spiegato Giandomenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia, e l’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava.

Se Expo 2015 ha fatto da banco di prova per nuove forme di collaborazione (con Veronafiere a gestire il padiglione del vino), è proprio il 2017 l’anno in cui i progetti iniziano a concretizzarsi.

«Dopo anni di difficoltà abbiamo intrapreso con Milano una bella collaborazione, com’è avvenuto lo scorso febbraio con Transpotec e Samoter, saloni di settore organizzati rispettivamente da Fiera Milano e Veronafiere, per la prima volta insieme nel quartiere fieristico scaligero», spiega il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani. «Si è trattato, infatti, di una soluzione win-win, dove tutti hanno vinto, che ha permesso di creare un evento di portata internazionale, dando ossigeno a due settori che avevano risentito molto della crisi».

Gli altri due progetti comuni riguardano il mondo dell’agroalimentare. All’interno di Tuttofood, in programma a Milano dall’8 all’11 maggio, Veronafiere promuoverà un’area espositiva con degustazioni mirate e una sorta di enoteca dei prodotti, oltre a un’edizione di Vinitaly International Academy per la formazione sui vini italiani.

Sempre all’interno di Tuttofood, Fiera di Milano e Veronafiere cercheranno di rilanciare il comparto dell’ortofrutta con Fruit&Veg Innovation per contendere a Berlino il primato fieristico nel settore.

«Le nostre collaborazioni non sono limitate a Milano», osserva il presidente di Veronafiere Maurizio Danese, «anzi siamo aperti anche ad altre realtà e il progetto in corso con Cibus Connect di Parma ne è la dimostrazione».

Danese ci tiene a rimarcare bene le priorità. «Il nostro obiettivo è mantenere le fiere a Verona, ma sarebbe miope evitare le opportunità, restando chiusi sotto il nostro campanile», precisa il presidente di Veronafiere.

«Siamo quindi disponibili a ogni forma di collaborazione con chiunque ci aiuti a realizzare manifestazioni capaci di funzionare come strumenti di business e promozione. Perché Spa vuol dire fare affari».

Per Danese la parola d’ordine è “vietato vietare”. «Con la trasformazione in Spa abbiamo stilato un programma d’interventi da 100 milioni di euro», conclude il presidente.

«Investiremo molto sull’adeguamento dei padiglioni, fornendo maggiori servizi anche in termini di allestimenti per gli espositori e dando avvio a un piano di digital transformation, che consenta di riprogettare e migliorare ulteriormente i servizi».

Manuela Trevisani

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