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UN GIOVANE VERONESE ERA AMICO DELLA COPPIA

«Vincenzo e Sara?
All'inizio lui era
innamorato pazzo»

Sara e Vincenzo in un momento felice
Sara e Vincenzo in un momento felice
Sara e Vincenzo in un momento felice
Sara e Vincenzo in un momento felice

«Ricordo la sua emozione quando mi raccontava dei primi approcci con Sara, era innamorato perso. Ricordo gli sguardi che si scambiavano in auto - sì, proprio quella Toyota Yaris dell’orrore - quando insieme ci spostavamo da Roma a Ostia, per il lavoro. Ho stampata nella mente la tenerezza con cui Vincenzo la teneva in braccio, quando lo stesso tragitto lo facevamo in treno. Oggi vorrei solo andare a trovarlo e chiedergli: “Come hai potuto? Cosa ti è passato per la testa?”».

Non si dà pace Paolo Orangis, giovane organizzatore di eventi veronese, leggendo in internet e sui giornali l’atroce racconto dell’omicidio della Magliana, a Roma. Quello che Vincenzo Paduano ha portato a termine nei confronti della sua ex fidanzata, la 22enne Sara Di Pietrantonio, seguendola in auto, dando fuoco alla vettura e, infine, anche a lei. Perché Paolo, l’inizio di quell’amore, nella primavera di due anni fa, l’ha vissuto da testimone. Di più, da confidente.

«Lavoravamo come animatori in uno stabilimento balneare vicino ad Ostia, sul litorale romano», racconta il veronese, che quell’estate era il capo animatore. Sara e Vincenzo si erano conosciuti proprio lì. E lì, nell’atmosfera festaiola e scanzonata delle lunghe giornate estive, era iniziato il corteggiamento e si era rafforzata la loro relazione. «All’inizio non volevano si sapesse che stavano insieme», aggiunge Paolo, «sul posto di lavoro volevano essere professionali. Ma con me, in auto durante il tragitto casa-lavoro che facevamo insieme, Vincenzo si lasciava andare in racconti su quanto Sara gli piaceva. Aveva davvero perso la testa, sembrava un ragazzino, nel giro di poco tempo gli aveva presentato tutti i suoi amici».

Nulla, ovviamente, lasciava presagire un epilogo così tremendo tra i due ragazzi. Lei bella, bionda, con un carattere deciso e forte e innamorata della danza: «Quando dovevamo scegliere il musical da mettere in scena allo stabilimento lei insisteva sempre per fare Romeo e Giulietta», rammenta il veronese. «Adorava la versione di Zard, avrebbe voluto venire a vederla in Arena col fidanzato». Lui « di compagnia, un po’ geloso, magari, per strada gli scappava qualche battuta se lei guardava un altro ragazzo, ma come viene spontaneo se si ama. Da qui, però, a fare quello che ha fatto...».

Da qualche mese, ormai, Paolo non vedeva la coppia. «Ci sentivamo al telefono. L’ultima volta, con Sara, è stata a inizio maggio, mi ha fatto gli auguri per il compleanno. Con Vincenzo saremmo dovuti uscire a breve a prendere una birra. Quando ho letto la notizia della morte della ragazza e sembrava un incidente, istintivamente gli ho scritto un messaggio per testimoniargli la mia vicinanza. Ma non ha mai risposto».

Da allora, a tornare in mente a Paolo sono i fotogrammi spensierati di un amore nato sotto il sole, sulla sabbia. A scorrere davanti ai suoi occhi, increduli, di amico le fotografie scattate quell’estate tutti insieme, felici, in riva al mare. «Se solo avessimo potuto immaginare come sarebbe finita, Sara, forse chissà, avremmo potuto aiutarti», si ripete.

Uno degli scatti ritrae Vincenzo che, in spiaggia, dà da mangiare a una bimba. «Quella non è la stessa persona, non è possibile. Evidentemente ognuno di noi ha mille facce», dice provando ad azzardare una spiegazione per questo gesto folle. «E chissà perché non ha parlato con nessuno della sua sofferenza».

Anche se forse, a modo suo, il suo disagio il 27enne l’aveva gridato al mondo dalle pagine dei social network. «Mi fai salire il veleno», aveva scritto un paio di giorni prima su Facebook. «Quando qualcosa è marcio, bisogna fare tabula rasa». Fino al riferimento al diluvio universale, che purifica l’umanità dalle sue colpe, solo qualche ora prima di compiere il delitto. Un probabile richiamo al ragazzo che Sara aveva iniziato a frequentare.

«Ma conta poco, ormai», conclude Paolo parlando dell’ormai «ex amico». «Perché per certi gesti non posso neanche immaginare che ci possa essere un perdono».

Elisa Pasetto

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