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DONNA TRAVOLTA E UCCISA

Via Galliano,
un taxi ha filmato
l’investimento

La donna è stata investita sulle strisceUn platano impedisce di vedere chi è in attesa sul marciapiedeMaria Luisa Dal CastelloSul marciapiede è rimasto ancora il ventaglio della vittima DIENNE
La donna è stata investita sulle strisceUn platano impedisce di vedere chi è in attesa sul marciapiedeMaria Luisa Dal CastelloSul marciapiede è rimasto ancora il ventaglio della vittima DIENNE
La donna è stata investita sulle strisceUn platano impedisce di vedere chi è in attesa sul marciapiedeMaria Luisa Dal CastelloSul marciapiede è rimasto ancora il ventaglio della vittima DIENNE
La donna è stata investita sulle strisceUn platano impedisce di vedere chi è in attesa sul marciapiedeMaria Luisa Dal CastelloSul marciapiede è rimasto ancora il ventaglio della vittima DIENNE

È un filmato, ripreso dalla videocamera di bordo installata su un taxi, a raccontare la verità sulla morte di Maria Luisa Dal Castello, la sessantacinquenne travolta e uccisa martedì mattina da una Fiat Qubo mentre attraversava l’incrocio tra viale Colonnello Galliano e via San Marco.

Grazie a questa telecamera, come spiega il comandante della polizia municipale Luigi Altamura, «abbiamo ricostruito tutto l'incidente e ogni comportamento dei protagonisti e anche di chi ha assistito al sinistro mortale, a cui abbiamo aggiunto le immagini del sistema di videosorveglianza cittadina e la temporizzazione semaforica abbinata al filmato», spiega il comandante. «Tutto il lavoro svolto dagli specialisti del Nucleo infortunistica viene inviato al pubblico ministero Giulia Labia, l'unica deputata ad individuare le responsabilità sulla base delle fonti di prova raccolte in pochissime ore».

SEMAFORO ROSSO. Altamura ha ringraziato il tassista che ha consegnato le immagini: «La telecamera di bordo dovrebbe essere installata su tutti i mezzi pubblici, autobus e taxi. Le immagini sono terribili e hanno colpito gli stessi operatori della polizia municipale». Secondo voci attendibili, infatti, pare che la Fiat Qubo, guidata da un cinquantunenne veronese (ora indagato per omicidio colposo) fosse la terza auto che passava con il semaforo rosso, che era scattato ben sei secondi prima.

I familiari stanno ora attendendo il nulla osta del pm Labia alla sepoltura per decidere la data e il luogo dei funerali.

LE CRITICITÀ. L’alta velocità degli automobilisti, la breve durata del semaforo verde per i pedoni, ma anche la scarsa visibilità dovuta alla leggera curva di viale Colonnello Galliano e agli alberi, che impediscono di vedere chi si appresta ad attraversare l’incrocio con via San Marco.

Sono queste le criticità segnalate dai veronesi, all’indomani dell’incidente mortale, in cui ha perso la vita Maria Luisa Dal Castello. «A mio marito stava per accadere la stessa cosa: mentre attraversava sulle strisce con la bicicletta, l’auto sulla carreggiata di destra si è fermata ma quella al centro l’ha superata e, passando con il rosso, l’ha schivato di poco», racconta Monica Sacchetto, che spesso percorre l’incrocio. «Già prima che accadesse l’incidente, mi aveva raccomandato di non partire subito, appena scattato il verde, ma di verificare prima che tutte le auto si siano fermate».

VERDE TROPPO BREVE. Per Lino Mignolli, residente in via San Marco, quel tratto è «pericolosissimo», come dice di aver già fatto presente più volte. «Il semaforo dura pochi secondi e appena c’è verde, bisogna subito partire, altrimenti si rischia di non farcela ad attraversare», racconta Mignolli. «Non si fa in tempo ad arrivare a metà delle strisce pedonali, che già è scattato l’arancione: bisognerebbe regolare diversamente il semaforo».

Anche per Ottorino Bonato il verde dura troppo poco. «A volte chiamo il pulsante, ma credo che sia fittizio», spiega Bonato. «La durata del verde è di pochi secondi, mentre il giallo dura un po’ di più. Però bisogna stare attenti: prima di attraversare, tutte le auto devono essere ferme, altrimenti è rischioso».

D’accordo anche Valentina Onorato, che spesso con i figli si ritrova a passare per questo incrocio. «Ogni volta dobbiamo fare le corse per raggiungere l’altro lato della strada», racconta la donna. «All’inizio mi spaventavo, così poi per cautela ho iniziato a scendere dalla bici e portarla a mano, anche se ci sarebbero le apposite strisce rosse», conclude. «La scarsa visibilità poi non aiuta: gli alberi sul lato della strada non permettono di vedere se c’è qualcuno che attraversa. Non sono contro la natura, ma è importante garantire la sicurezza».M.TR.

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