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Parla il prefetto Mulas

«Via chi delinque»
Cie anche in Veneto
per le espulsioni

Il prefetto Salvatore Mulas
Il prefetto Salvatore Mulas
Il prefetto Salvatore Mulas
Il prefetto Salvatore Mulas

 

Il capo della Polizia, prefetto Franco Gabrielli ha chiesto che venga aperto un Cie, centro di identificazione ed espulsione in ogni regione. A oggi in Italia i Cie sono a Torino, Roma, Bari, Caltanissetta e Trapani, dei quali soltanto quattro quelli funzionanti.

Il nuovo piano di controllo immigrati prevede un piano straordinario con l'apertura di un Cie in ogni regione, un controllo capillare di tutti i migranti arrivati in Italia ma soprattutto un raddoppio delle espulsioni. Il tempo di permanenza in un Cie è, al massimo di 18 mesi. Mica poco.

Gabrielli chiede a prefetti e questori un censimento capillare dei clandestini nelle città «attraverso una specifica attività di controllo delle diverse forze di polizia» scrive Gabrielli. «Sarà a tal proposito necessario, fornire loro indicazioni specifiche affinché, in caso di rintraccio di detti stranieri, assumano diretti contatti con gli uffici immigrazione delle questure territorialmente competenti, cui spetta l'avvio delle procedure di espulsione».

 

«Noi siamo pronti», dice il prefetto Salvatore Mulas, «l’importante è che vengano aperti i Cie, e io dico almeno uno in ogni regione, perchè dobbiamo sapere dove portare le persone fermate. I controlli saranno ulteriormente potenziati, ne abbiamo parlato anche nell’ultimo comitato per l’ordine e la sicurezza che abbiamo fatto sabato. I controlli sono aumentati del 34 per cento, anche per la contingenza storica sia su persone che su auto. Da sempre sostengo che chi delinque deve lasciare il nostro Paese. Qui stiamo parlando di clandestini, non di richiedenti asilo. Sono convinto che nel nostro territorio si possa fare un buon lavoro grazie alla collaborazione tra forze dell’ordine e polizia locale che ci sta dando una grossa mano».

L'idea è di aumentare a livello nazionale il numero delle espulsioni dalle attuali 5mila unità a 10mila se non addirittura 20mila.

 

Nella circolare Gabrielli invita a «conferire massimo impulso all’attività di rintraccio dei cittadini stranieri in posizione irregolare attraverso una specifica attività di controllo delle diverse forze di polizia». Il capo della polizia invita a predisporre piani straordinari di controllo del territorio nell’ambito dei Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza e di utilizzare il contributo operativo delle polizie locali (per quanto ci riguarda la Locale ha il data base più aggiornato e completo di tutti). La Direzione centrale per l’immigrazione del Viminale si occuperà infine dell’assegnazione dei posti nei centri di identificazione ed espulsione.

 

Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo la pratica. Sono centinaia, anche nella nostra città, i clandestini a cui è stato consegnato il provvedimento del questore di allontanamento dal nostro Paese a sette giorni. Di solito queste notifiche diventano carta straccia nell’arco di qualche minuto. Non è facile rimpatriare una persona che non ha documenti e che spesso fornisce identità false. Il giro di vite del capo della Polizia è di difficile attuazione, poi nella pratica. Sono necessari inoltre contatti con i Paesi, soprattutto nord africani per il rientro dei clandestini. Il viaggio, va sottolineato è a carico dell’Italia.

Alessandra Vaccari

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