Risparmio tradito, telefonate indesiderate, rendimenti postali non corrispondenti al valore indicato. In un anno, le insidie nascoste tra servizi bancari e utenze private, che hanno inquietato il sonno di diversi consumatori veronesi, hanno incrementato le pratiche di Adiconsum Verona da 1095 a 1636, portando nella sede di Lungadige Galtarossa 500 iscritti in più dello scorso anno.
Il bilancio delle attività dell’associazione di tutela dei consumatori è stato tirato questa mattina, in casa Adiconsum, durante il convegno «Un anno con Adiconusm Verona». Un anno che, fino al 31 novembre 2018, «ci ha visti impegnati ad assistere 1560 cittadini, contro i 1060 dello scorso anno, e gestire 1636 procedure, la maggior parte relative ai servizi finanziari (513), ovvero telefonia e servizi postali (circa 200)».
A incrementare i numeri ci ha pensato il contenzioso bancario relativo alla vicenda diamanti, «per la quale ci hanno chiesto assistenza 450 veronesi, che si erano o fidati dei consigli dell’istituto di credito, procedendo all'acquisto di pietre che oggi valgono meno di un terzo del loro valore d'acquisto».
Tra i temi più spinosi, il problema del recesso dai contratti telefonici, ancora ostacolato dall’ostruzionismo adottato dalle compagnie anche difronte alle legittime richieste degli utenti; l’attivazione non richiesta di servizi premium a tariffazione speciale e l’introduzione della fatturazione a 28 giorni, contro i quali è tuttavia intervenuta una recente normativa che guarda al consumatore con maggior favore; e ancora la normativa che obbliga gli esercenti a dotarsi di bancomat per permettere il pagamento tramite moneta elettronica, ancora disattesa anche nella nostra provincia.
Al tavolo anche gli avvocati Iacopo Cera e Silvia Caucchioli di Adiconsum Verona, Loriano Tomelleri, presidente di Lupatotina Gas e Luce, Valter Rigobon, presidente di Adiconsum Veneto