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A VILLA BURI di S.MICHELE

Verona multietnica
Domenica torna
la Festa dei popoli

Una danza in costume tipico durante una Festa dei popoli delle precedenti edizioni
Una danza in costume tipico durante una Festa dei popoli delle precedenti edizioni
Una danza in costume tipico durante una Festa dei popoli delle precedenti edizioni
Una danza in costume tipico durante una Festa dei popoli delle precedenti edizioni

Costruire ponti in risposta ai nuovi muri, anche fisici, che si stanno ergendo per bloccare l'arrivo dei migranti. E abbattere quelle barriere fatte di indifferenza, razzismo, intolleranza o cinismo, con un rinnovato appuntamento di festa e reciproca conoscenza.

È questo lo spirito con cui, una trentina di associazioni del mondo, tra cui per la prima volta anche la Moldavia, coordinate dal Centro pastorale immigrati della diocesi, domenica incontreranno i veronesi, proponendo cibi tipici e spettacoli colorati a Villa Buri, in occasione della 25esima edizione della Festa dei Popoli.

L’apertura degli stand sarà alle 12.30, in attesa dello spettacolo musicale e danzante delle 14, per arrivare alla sfilata delle bandiere a alle presentazione dei popoli, alle 16, introdotta dal vescovo Zenti.

«Non muri, ma ponti», è lo slogan scelto per la manifestazione, partita in sordina 25 anni fa con alcune centinaia di partecipanti, e che richiama ora ogni anno migliaia di persone.

«Abbiamo scelto questo slogan ispirandoci non solo alle parole, ma anche ai gesti concreti di Papa Francesco», evidenzia don Giuseppe Mirandola, direttore del Centro pastorale immigrati. «È la prima volta che la festa non si svolge nel giorno di Pentecoste. Abbiamo preferito non sovrapporci alla Straverona, ma lo spirito non cambia: come credenti seguiamo chi ha incontrato persone diverse tra loro, scoprendone il cuore». Oltre alla domenica di Pentecoste, la Festa dovrà rinunciare anche a omaggiare il vescovo moro di fronte alla basilica che ne custodisce il corpo.

Quest’anno, infatti, gli organizzatori hanno pensato a un’anteprima fuori dal giardino della Villa a San Michele Extra, in mezzo alla gente in città.

E, trattandosi del 21 maggio, avrebbero voluto che l’evento si svolgesse a San Zeno, dove il Comitato che già organizza la festa del patrono non ha però gradito la presenza di ulteriori ospiti.

«Siamo rappresentanti di varie realtà ecclesiali della Diocesi e sentiamo il patrono San Zeno una figura molto significativa che non può essere ridotta a semplice tradizione folkloristica», è scritto nella newsletter di aprile della Festa, dove si promette comunque il massimo impegno per far passare il messaggio di fratellanza in piazza dei Signori.

È infatti qui che, alle 21, l’orchestra interculturale Mosaika del Baldo Garda sabato darà il «la» alla manifestazione con un concerto che coinvolgerà oltre una trentina di artisti dei 4 continenti e verrà introdotto da un ensemble di profughi della Nigeria e del Gambia ospiti a Verona. Parteciperanno inoltre il noto jazzista Mauro Ottolini e il gruppo di poli-strumentisti scaligeri La Constrada Lorì.

«I ponti vengono bombardati per primi durante le guerre, proprio per fare saltare i collegamenti», evidenzia il il direttore della Caritas, don Giuliano Ceschi. «Noi ci auguriamo che ci sia sempre chi è pronto a costruire e a rimettere in piedi ciò che si tenta di distruggere». «La festa ha passato tante prove ed è un punto di riferimento fermo per scoprire quante risorse si possono individuare in chi è considerato l’altro, con diverse religioni e tradizioni», conclude l’assessore ai servizi sociali, Anna Leso.

Per rappresentare la forza con cui è cresciuto l’evento e ricordare gli amici che non ci sono più (monsignor Giuseppe Amari, Eugenio Danzi, padre Adriano Danzi Silvana Pozzerle e Paolo Zanotto), è stata piantata a Villa Buri una giovane quercia.

Chiara Bazzanella

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