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Musei messi in rete

Verona lancia la sfida: capitale della cultura nel 2021

Musei messi in rete
Una veduta aerea di Verona
Una veduta aerea di Verona
Una veduta aerea di Verona
Una veduta aerea di Verona

Un “settebello” di musei civici messi, più la Casa di Giulietta, messi in rete per far decollare una nuova offerta di esposizioni percorsi tra arte, archeologia e collezioni naturalistiche d’eccellenza presenti a Verona.

Come quelle dei fossili di Bolca contenute al museo di Storia naturale - un unicum - da portare in giro per il mondo con mostre itineranti. E valorizzando artisti veronesi, come il pittore Giovan Francesco Caroto (1480-1555), ma anzitutto facendo leva sul rapporto di Dante Alighieri con Verona, dove il sommo poeta visse tra il 1313 e il 1318, durante il suo esilio.

 

Con questi obiettivi l’Amministrazione comunale si candida per fare di Verona la capitale italiana della cultura nel 2021. Appunto, nei 700 anni dalla morte di Dante.

A lanciare la candidatura è il sindaco Federico Sboarina, con l’assessore alla cultura e al turismo Francesca Briani e con Francesca Rossi, la direttrice del sistema museale unico cittadino, presente Gabriele Ren, dirigente del settore della cultura e degli spettacoli. Il sistema unico comprende sette musei: quello di Castelvecchio, quello archeologico del Teatro Romano, quello degli affreschi Cavalcaselle alla tomba di Giulietta, quindi il Centro internazionale di fotografia Scavi scaligeri, quindi il Lapidario Maffeiano, questi sinora già compresi nei musei civici sotto la direzione comunale, a cui si sono aggiunti, sono la unica direzione il museo di Storia naturale, a Palazzo Pompei, e la Galleria d’arte moderna Achille Forti, ora al palazzo della Ragione. Poi la Casa di Giulietta.

 

Ma quali sono i progetti per valorizzare questo sistema? Come spiega la Rossi c’è in vista un concorso di idee rivolto ai più famosi grafici italiani per realizzare un “brand” identitario unico e moderno dei musei rinnovo del percorso museale con un programma di iniziative anche interdisciplinari, dalle più semplici alle più articolate. È imminente poi la riapertura della galleria d’Arte Moderna, al Palazzo della Ragione, con un percorso rinnovato. Si pensa poi a recuperare e restaurare opere mai esposte, valorizzando il patrimonio museale. «I musei andranno concepiti come luoghi per il tempo libero, con musica, letteratura e iniziative a tema», dice la Rossi, che poi annuncia «una mostra dedicata a Caroto e all’epoca rinascimentale, che coinvolga tutti i musei e altre realtà territoriali» e poi di voler incrementare i visitatori «con iniziative che hanno già dimostrato il gradimento del pubblico come le passeggiate con il direttore in occasione del Mobility Day».

E poi, «far dialogare i musei civici tra di loro e con il mondo, portando all’estero opere e collezioni attraverso un percorso culturale itinerante. Un’idea potrebbe essere quella di portare in giro le collezioni di fossili contenuti al museo di Storia naturale». Quest’ultimo quindi resterà a Palazzo Pompei, in lungadige Porta Vittoria, e sembra definitivamente tramontata l’idea di collocarlo a Castel San Pietro. «Noi vogliamo implementare i flussi di visitatori con iniziative innovative, in più luoghi, che riescano, appunto, ad aumentare l’offerta, come Verona Minor Hierusalem», spiega Sboarina. Altri progetti, come sottolinea la Rossi, saranno quelli di «portare nei musei la musica, la letteratura e momenti di incontro come conferenze ma anche aperitivi a tema. Il museo è un luogo contemporaneo, che deve essere vissuto come un luogo del tempo libero, svecchiato dall’immagine che lo vuole legato al passato. E poiché vogliamo che sia apprezzato da tutti, famiglie comprese, ciascuno spazio espositivo sarà dotato di un’area per mamme e bambini». Sboarina puntualizza che «dopo cinque anni Verona è tornata ad avere un assessorato alla cultura e importanti risorse a disposizione e a bilancio c’è un milione 600mila euro in più dell’anno scorso. Queste prime progettualità sono la dimostrazione delle nostre concrete intenzioni.

 

Tutto questo impegno e quello dei prossimi anni è anche finalizzato al 2021, un punto di arrivo da cui ripartire con una progettualità culturale completamente diversa, integrata con il sistema cittadino e con un rinnovato flusso turistico». La Briani sottolinea la scelta della nuova direzione, che accorpa ben sette realtà museali cittadine. «Una scelta dettata dalla volontà di riorganizzare la struttura ma anche dalle difficoltà finanziare e dalla carenza di personale in cui si trovavano alcuni musei. Il lavoro da fare è molto ma anche l’entusiasmo e la volontà di aprirsi alle numerose realtà culturali del territorio e alle loro proposte». Resta peraltro il nodo economico, cioè le risorse da reperire - magari anche fuori dalla casse comunali - per finanziare tutte queste iniziative.

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