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Verona in Love: buona affluenza, pochi affari

Uno stand di dolci e cioccolato in Cortile Mercato Vecchio
Uno stand di dolci e cioccolato in Cortile Mercato Vecchio
Uno stand di dolci e cioccolato in Cortile Mercato Vecchio
Uno stand di dolci e cioccolato in Cortile Mercato Vecchio

«Verona in love» ha chiuso ieri con le note di Cristina D’Avena e un bel po’ di irriducibili romantici ad affollare piazza dei Signori nonostante la pioggia e il freddo pungente. I primi numeri parlano di 70mila presenze in cinque giorni, 1.500 scatti di coppie felici passati sul megaschermo di piazza Dei Signori e oltre 500 annulli postali timbrati all’infopoint di Poste Italiane. «Considerando il meteo, la fretta con cui abbiamo organizzato tutto e la partenza della manifestazione in concomitanza con la Quaresima, direi che abbiamo avuto un buon riscontro» dice Luciano Corsi, presidente del Comitato per Verona che ha promosso la manifestazione con il Comune. Bene l’affluenza, isomma, ma gli affari... meno. È quanto riferiscono gli artigiani e i maestri cioccolatieri di «Dolcemente in love», l’angolo dei golosi che da piazza Bra è stato trasferito in Cortile Mercato Vecchio, accanto al cuore pulsante della kermesse. «La nuova location non è stata pubblicizzata adeguatamente» lamentano, tirando le somme. Che San Valentino non faccia più rima con cioccolatino? «Si stava meglio in Bra. Lo spazio è aperto e il flusso di persone è ininterrotto. Qua invece ci devi proprio voler venire» dicono dallo stand del cioccolato perugino sotto la Scala della ragione. «Pessima posizione. In 18 anni non ho mai fatto una fiera così deludente» fanno eco dei colleghi da San Donà di Piave. «Veronesi? Ne avremmo visti sì e no un centinaio. E i turisti hanno messo dentro il naso, ma non è lo stesso che in piazza Bra. Lì ci passano per forza». E a conti fatti, praticamente nessuno è rientrato delle spese. È andata un po’ meglio, ma non per tutti, in piazza dei Signori. «Buona affluenza, sebbene sia andata meglio altri anni. Semmai il problema sono stati il meteo e il Carnevale» che quest’anno ha combaciato con San Valentino facendo slittare il grosso della manifestazione a dopo il 14 febbraio, commenta diplomatico un artigiano di Fratta Polesine. C’è chi è stato contentissimo come Massimiliano Padoan, che ha venduto ben 150 confezioni di «Cuscino di Giulietta», un lievitato artigianale nuovo di zecca, fatto per metà di cioccolato bianco, gelatina di lampone e mandorle e per l’altra metà di fondente, caffè e nocciole. E chi delusissimo come la designer Raffaella Faccioli, villafranchese trapiantata a Parigi: in piazza dei Signori ha presentato in anteprima italiana l’elegante candela «Romeo e Giulietta», un omaggio alla sua città d’origine e all’arte profumiera francese che Oltralpe sta spopolando. «La manifestazione è valida ma la selezione dovrebbe essere più raffinata, darebbe più lustro alla città e aprirebbe anche a collaborazioni con l’estero», commenta. Difficile raccontare un prodotto fatto a mano con cera di soia e olio essenziale alla rosa, se come vicino ti tocca in sorte lo stand dei dolci fritti. •

Laura Perina

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