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Valigia sospetta, scatta
l’allarme in via Cattaneo

L’abbraccio fra Chiara Russo, sorella di Luca, e Martina, la moglie di Bruno Gulotta davanti ai feretri dei loro cari DIENNEFOTOLa polizia effettua controlli lungo via Cattaneo, chiusa al traffico dopo la scoperta del trolley
L’abbraccio fra Chiara Russo, sorella di Luca, e Martina, la moglie di Bruno Gulotta davanti ai feretri dei loro cari DIENNEFOTOLa polizia effettua controlli lungo via Cattaneo, chiusa al traffico dopo la scoperta del trolley
L’abbraccio fra Chiara Russo, sorella di Luca, e Martina, la moglie di Bruno Gulotta davanti ai feretri dei loro cari DIENNEFOTOLa polizia effettua controlli lungo via Cattaneo, chiusa al traffico dopo la scoperta del trolley
L’abbraccio fra Chiara Russo, sorella di Luca, e Martina, la moglie di Bruno Gulotta davanti ai feretri dei loro cari DIENNEFOTOLa polizia effettua controlli lungo via Cattaneo, chiusa al traffico dopo la scoperta del trolley

Allerta terrorismo ieri sera, intorno alle 22.15, in pieno centro a Verona, quando una pattuglia della polizia ha notato una valigia rossa abbandonata in via Cattaneo, davanti a un negozio di scarpe. Immediatamente è scattata la procedura di emergenza: gli agenti hanno delimitato l’area, chiudendo al traffico la strada dall’incrocio con via Oberdan fino circa a metà.

Sul posto sono arrivati gli artificieri, che hanno messo in sicurezza il trolley, scoprendo che all’interno della valigia, in realtà, non c’era nulla. Probabilmente si è trattato di un visitatore che ha lasciato il trolley abbandonato lungo la strada. Una volta accertato che si trattava di un falso allarme, intorno alle 22.45 la polizia ha quindi riaperto via Cattaneo e la circolazione è ripresa normalmente.

Tensione altissima in città, ma anche sul Garda, dove rimane in primo piano il mistero del biglietto minatorio trovato a Gardaland. Da una parte una nota stampa del parco divertimenti inviata all’Ansa che sostiene che a lasciare il biglietto sia stato un mitomane individuato dalle forze dell’ordine e dall’altra le forze dell’ordine, che sottolineano «su quel biglietto e su chi lo ha lasciato ci sono tuttora indagini in corso».

Dell’episodio abbiamo riferito ieri. Il 17 luglio qualcuno lascia un biglietto affisso a una delle attrazioni del parco di Castelnuovo. È in lingua afghana, si saprà poi. Viene fatto tradurre e si scopre il tono minaccioso nei confronti degli occidentali: «Vi elimineremo tutti». Vengono informate le forze dell’ordine che fanno una serie di accertamenti. Ma è pressochè impossibile rintracciare la persona, che qualcuno dice di aver visto, vestita con abiti mediorientali, volto e capo coperti, presumibilmente donna, che ha lasciato il foglietto.

La notizia la si apprende soltanto in questi giorni. Nel frattempo si riuniscono prefetto, carabinieri, polizia e guardia di Finanza e si decide di inviare davanti a Gardaland le unità speciali di polizia e carabinieri: le Uopi e le Api. Controlli discreti, senza entrare nel parco, senza creare allarmismo. A un mese di distanza, nessun altro segnale allarmante. È possibile che si sia trattato di un gesto sconsiderato. Ma non è certo, visto che come confermano le fonti investigative «le indagini sono ancora in corso». Anche perchè sarebbe almeno stato denunciato per procurato allarme. Ma ieri la nota all’Ansa di Gardaland: «È di un mitomane, già individuato dalle forze dell’ordine, il biglietto di minacce scritto in afghano trovato all’interno del parco divertimenti di Gardaland nel veronese». «A seguito del ritrovamento del biglietto all’interno del parco il 17 luglio scorso, sono state immediatamente interessate le autorità che hanno iniziato le indagini del caso», rileva Aldo Maria Vigevani, Ceo di Gardaland, «dagli accertamenti e dalle verifiche condotte dai funzionari preposti è emerso che si è trattato di uno scherzo di pessimo gusto, attribuibile ad uno dei tanti mitomani che, in questo periodo, colpiscono siti sensibili e luoghi affollati come L’Arena di Verona, il Duomo di Milano, il Colosseo a Roma». E ancora: «Gardaland mantiene elevato il livello di vigilanza attraverso la propria squadra aziendale emergenza che, da sempre, effettua controlli all’ingresso del parco, all’interno e in tutte le aree ad esso attigue». Controlli che vengono fatti dal personale della sicurezza anche agli ingressi, ma è ovvio che non è possibile controllare ogni singolo cliente, ogni singolo zaino delle migliaia di persone che entrano ogni giorno al parco. «Noi abbiamo il compito di segnalare eventuali borse o zaini abbandonati», spiega uno dei dipendenti del parco, «passa un “side“ della sicurezza e lo recupera. Basti pensare che ogni giorno all’infopoint vengono recuperate decine di zaini abbandonati. Controllare tutti è impossibile. Entrano è vero, anche donne con volto e capo coperti, ma soltanto le forze dell’ordine possono chiedere loro di mostrare il viso per verificare che corrisponda al documento richiesto, noi non possiamo. Ci sono stati clienti che si sono lamentati di questo, ma oltre non possiamo fare».

Alessandra Vaccari Manuela Trevisani

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