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ESPERTI RIUNITI A VERONA

Una "gabbia" hi-tech
per catturare
le cellule tumorali

Un laboratorio di ricerca
Un laboratorio di ricerca
Un laboratorio di ricerca
Un laboratorio di ricerca

Scacco matto al tumore: per identificare e catturare le singole cellule malate presenti in una biopsia o in un prelievo di sangue, c’è una nuova ’gabbià hi-tech, basata su un chip di silicio ’a scacchierà su cui le cellule vengono mosse come delle pedine, fino a riconoscere e isolare una a una quelle malate. È l’innovativa tecnologia DEPArray, per diagnosticare i tumori e monitorare la risposta alle cure in modo sempre più raffinato. L’hanno sviluppata i ricercatori di Menarini Silicon Biosystems, che presentano le ultime innovazioni al convegno ’Resolving cancer heterogeneity: a way to personalised medicinè, organizzato dall’Università di Verona e promosso dalla Fondazione Internazionale Menarini e Menarini Silicon Biosystems. «Il cuore della tecnologia DEPArray è un chip di silicio a scacchiera con più di 300mila elettrodi, che formano delle ’gabbiè grandi quanto una singola cellula», spiega Nicolò Manaresi, direttore scientifico di Menarini Silicon Biosystems.

«Attivando in modo digitale gli elettrodi - aggiunge - è possibile intrappolare e muovere come delle pedine le cellule presenti nella biopsia o nel prelievo di sangue del paziente: in questo modo vengono separate una a una, pronte per essere riconosciute da un sistema ottico che valuta il loro aspetto e l’eventuale presenza di marcatori tumorali specifici per la malattia in questione». Il sistema permette di isolare le cellule tumorali con una purezza del 100% anche quando sono presenti in concentrazioni minime, e le rende disponibili a successive analisi genetiche per decidere il farmaco a bersaglio molecolare più efficace. Due le principali applicazioni di questa tecnologia. «Può essere usata per analizzare la biopsia solida del tumore, in modo da avere una fotografia in HD della situazione che permetta di scegliere la terapia più efficace, oppure - precisa Manaresi - può essere usata per analizzare una provetta di sangue del paziente per avere un vero e proprio ’film’ della malattia, che ci permetta di capire come sta reagendo alle cure».

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