Torna il sereno sui giochi di strada che, ancora una volta, attirano in città migliaia di spettatori di ogni parte d'Italia e del mondo. Dopo l'inaugurazione al coperto di venerdì pomeriggio (prima nella storia dei 14 anni del Festival), il Tocatì ieri ha riempito piazze, anfratti e angoli della città antica di grandi e piccini, con un afflusso di gente che è andato crescendo con il trascorrere delle ore. E, se non fosse per un avvio guastato dal maltempo, tutto lascerebbe pensare che verranno replicati i numeri dell'anno scorso, con 300mila persone di pubblico nei tre giorni.
L'unico neo della manifestazione secondo i partecipanti? Una “pausa pranzo” troppo lunga, soprattutto data la vastità degli spazi da raggiungere con al seguito, per molti, bambini e passeggini.
La voglia di giocare, insomma, non teme i morsi della fame, e in molti preferiscono consumare un rapido panino pur di godersi gli spettacoli o partecipare alle performance delle quattro province cinesi che hanno portato a Verona il fascino orientale.
Fin dalla mattina, chi ha assistito alla scalata della montagna di coltelli fatta a piedi nudi in piazza dei Signori (ribattezzata piazza Cina) o si è lasciato ammaliare dai suoni riprodotti con foglie ed elementi naturali, o ancora ha assistito ai combattimenti spettacolari tra acrobazie in cerchi, salti con le corde e tra bastoni colorati, ha apprezzato le originalità culturali.
«Già da come si muovono i protagonisti del Festival, traspare una cultura incentrata più sulla funzionalità del fisico che sulla pura estetica», commenta Sergio, arrivato dalla Valpolicella con famiglia. «Siamo venuti da Modena per una gita e incappati per caso nel Tocatì. È stata una sorpresa entusiasmante e i bambini si sono subito precipitati a cimentarsi con le arti marziali», dice Silvia, mentre Raffaella di Trento studia il programma per non perdere nessun appuntamento.
«L'evento è ben organizzato e siamo venuti apposta da Monza», dice una famiglia arrivata dalla Play Smart della Bra in piazza dei Signori verso l'una. «L'unico dispiacere è non poter assistere agli spettacoli fino alle 15. Preferiremmo fare un dritto e partire presto per rientrare a casa».
Il blocco di molte iniziative e delle esibizioni più attese tra le 12.30 e le 15 non entusiasma nemmeno Claudio, arrivato con la famiglia dal lago. «Ci siamo organizzati per mangiare al sacco e avremmo preferito poter sfruttare al meglio le ore centrali».
Chi può replicare, oggi potrà di nuovo sperimentare una quarantina di giochi sia della tradizione italiana, con un ampio spazio quest'anno a quella trentina grazie anche alla partecipazione del Mart in piazza Navona, e, naturalmente di quella cinese, proposta da 13 comunità di gioco, che affianco i sei gruppi di musica e danza.
Oggi inoltre, dalle 10 alle 18.30 in via Portici, a ridosso della sinagoga, per la prima volta la comunità ebraica partecipa al Tocatì, offrendo assaggi del gioco da tavolo Rummikub.