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«Un parco all’ex scalo»,
la richiesta va in Europa

La manifestazione in Bra, con striscioni e palloncini verdi
La manifestazione in Bra, con striscioni e palloncini verdi
La manifestazione in Bra, con striscioni e palloncini verdi
La manifestazione in Bra, con striscioni e palloncini verdi

Gli alberi di carta alzati nel cielo ieri pomeriggio da centinaia di cittadini ambiscono a diventare reali, e a mettere radici su buona parte dei 500mila metri quadri dell'ex scalo ferroviario.

Il comitato per Verona Sud torna ad alzare la voce per reclamare verde e un'aria respirabile, e raduna intorno a se una serie di realtà già in prima linea su altri fronti.

Centinaia di persone, probabilmente più delle 700 previste, ieri si sono date appuntamento di fronte al Tempio Votivo alla stazione ferroviaria. Da lì, a suon di tamburelli, fischietti e sventolando cartelli e striscioni, ha preso il via un corteo colorato e martellante, giunto fino a piazza Bra per presentare il progetto del cosiddetto “Parco allo Scalo”.

«Si stanno mangiando anche gli angoli della città», hanno dichiarato i manifestanti dal furgoncino utilizzato come palco, evidenziando che l'erosione del bene pubblico danneggia sia l'ambiente che la cultura.

Tra i partecipanti si sono fatti avanti anche i rappresentanti del comitato Opera Nostra, nato per la tutela della Fondazione Arena, e la cantante lirica Cecilia Gasdia ha dichiarato “l'orrore” che prova per come è stata ridotta la città negli ultimi anni.

«Depositeremo in Comune il progetto per il parco, chiedendo di mettere un vincolo a verde pubblico nella zona dell'ex scalo», ha annunciato Manuela Benetollo del Comitato per Verona Sud. «Siamo disponibili al dialogo costruttivo e democratico, come previsto dalla direttive dell'Unione Europea».

Proprio all'Unione Europea saranno indirizzate le firme raccolte ieri per chiedere di verificare se la Variante 22 al Piano degli interventi di fine luglio sia conforme o meno alle normative. «Non è vero, come dichiarato dall'assessore all'urbanistica Caleffi, che il nostro progetto per il parco copre i binari dei treni della futura Tav», evidenziano i manifestanti. «I contorni del polmone verde, come tutta la progettazione, sono stati affidati a un team di architetti e urbanisti professionisti».

Nel pannello di 4 metri per 2 che è spiccato in Bra si legge che i 500mila metri quadri sono suddivisi in 100mila metri quadri di fascia di forestazione, 215mila destinati ad aree prative alberate e 17mila per gli orti urbani. Sono inoltre previsti 5 chilometri e mezzo di ciclabili e 7 chilometri di percorsi pedonali, un teatro stabile e impianti sportivi all'aperto. Il masterplan è dell'architetto Francesco Laserpe e la consulenza paesaggistica di Alberto Ballestriero di VeronaPolis.

«Speriamo che l'amministrazione abbia il buon senso di ascoltare la gente. La battaglia contro Ca' del Bue è stata vinta e, unendo le forze, ci batteremo per ottenere finalmente il parco», si è sentito ancora affermare con determinazione dal piccolo palco.

Insieme ai rappresentanti di Salute Verona, No Tav, Opera Nostra, Italia Nostra, del Comitato per l'Arsenale e di quello per il Giarol Grande ha preso la parola anche Giorgio Massignan, presidente di VeronaPolis, e si è mescolato tra i manifestanti Michele Croce di Verona Pulita.

Chiara Bazzanella

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