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Un «Nabucco» kolossal
per il riscatto della lirica

L’Arena gremita per l’Aida con l’allestimento storico ispirato alla prima edizione del 1913 che verrà riproposto anche quest’anno, ma in cartellone c’è anche la versione moderna di Fura dels BausBozzetto di Nabucco in versione risorgimentale con il Tricolore
L’Arena gremita per l’Aida con l’allestimento storico ispirato alla prima edizione del 1913 che verrà riproposto anche quest’anno, ma in cartellone c’è anche la versione moderna di Fura dels BausBozzetto di Nabucco in versione risorgimentale con il Tricolore
L’Arena gremita per l’Aida con l’allestimento storico ispirato alla prima edizione del 1913 che verrà riproposto anche quest’anno, ma in cartellone c’è anche la versione moderna di Fura dels BausBozzetto di Nabucco in versione risorgimentale con il Tricolore
L’Arena gremita per l’Aida con l’allestimento storico ispirato alla prima edizione del 1913 che verrà riproposto anche quest’anno, ma in cartellone c’è anche la versione moderna di Fura dels BausBozzetto di Nabucco in versione risorgimentale con il Tricolore

La stagione lirica areniana bussa alle porte: in un giugno infuocato dal solleone e dalla campagna elettorale, l’opera areniana si riprende la scena da protagonista: venerdì la prima con Nabucco e sabato Aida apriranno la nuova stagione che si annuncia ricca di spunti interessanti.

E alla conferenza stampa che il sovrintendente Giuliano Polo ha indetto ieri mattina per illustrare le due opere iniziali che apriranno il prossimo 95° festival areniano, la nuova produzione di Nabucco, firmata per la regia e i costumi dal francese Arnaud Bernard e quella di Aida del 2013 nella progettazione «moderna» della compagnia catalana de La Fura dels Baus, erano insolitamente numerosi i protagonisti presenti.

A fianco del sovrintendente c’erano, oltre a Bernard, il suo fidato scenografo Alessandro Camera e il celebre baritono georgiano George Gagnidze che interpreterà il ruolo del protagonista Nabucco, «aggiornato» da Bernard alla figura dell’imperatore austriaco Francesco Giuseppe.

Le vicende ebreo-babilonesi di Nabucco avranno, come è ormai noto, una trasposizione al nostro Risorgimento italiano, che Bernard ha scelto per la sua «aderente concezione» dell’opera verdiana rivissuta ai tempi in cui Verdi la scrisse.

«Questa è un’occasione meravigliosa per ritornare in Arena, con uno spettacolo decisamente in chiave cinematografica, come conviene per una location così speciale. Spero piaccia al pubblico, ai giovani in particolare. Fare regia in così poco tempo a disposizione è veramente faticoso e richiede sforzi e partecipazione da tutti. Abbiamo impiegato tutte le maestranze a disposizione che ringrazio calorosamente e che in Arena sono di una professionalità e competenza uniche. Masse fantastiche e apporto del coro altrettanto stupefacente in un’atmosfera veramente collettiva. Prima di iniziare ho mostrato loro la targa murale che sta agli inizi di via Mazzini, quella che inneggia al sacrificio di Carlotta Aschieri, giovane eroina veronese trafitta a morte dal regime asburgico. Nabucco è qui, ho detto loro».

«Un festival», ha soggiunto ancora Bernard, «deve osare di più, proporre nuove idee, spettacoli coerenti, senza stravolgimenti insensati e senza logica. Ormai ambientare Nabucco in Palestina avrebbe ricalcato vecchi schemi già visti e rivisti in tante altre occasioni. La drammaturgia dell’opera si presta a diverse interpretazioni e spettacolarità. Questa rivolta al Risorgimento italiano (mi sono riferito al film “Senso” di Visconti) credo sia in perfetta linea con la concezione di Verdi quando la scrisse».

Anche lo scenografo Alessandro Camera si è unito nell’elogio del collega, ma ha indicato specialmente «la commozione che gli ha suscitato l’amore con cui tutti hanno creduto nel progetto di questo Nabucco. Tutto ciò ha garantito un livello qualitativo che non ho riscontrato tanto spesso nel teatro lirico».

Nabucco dopo la serata inaugurale del prossimo venerdì 23, avrà altre 11 rappresentazioni, fino al 26 agosto. La dirigerà una bacchetta che la conosce nei più segreti recessi, quella dell’israeliano Daniel Oren, che sarà ripreso dal suo sostituto, lo spagnolo Jordi Benacer, per le recite del 12, 15, 18 luglio.

Al tavolo di presentazione, con il segretario artistico maestro Raffaele Polcino, erano convenuti ieri mattina anche gli interpreti della Aida che andrà in scena sabato 24 giugno: il soprano Amarilli Nizza ed il tenore uruguaiano (da anni residente a Verona) Carlo Ventre. «Ormai siamo ambedue di elezione veronese», hanno detto, «visto che questo è il tredicesimo festival areniano a cui partecipiamo. Il lavoro de La Fura dels Baus è molto particolare, ma lo abbiamo già affrontato nella sua eccezionalità (hanno menzionato la grande centrale solare che sovrasta il palcoscenico e il Nilo con l’acqua in scena e i suoi coccodrilli, ndr). Speriamo solo di non essere azzannati da loro», hanno scherzato.

Aida avrà nel festival un doppio allestimento. Oltre quello a dei catalani - che resterà in scena fino al 23 luglio con la direzione di Julian Kovatchev - dal 28 luglio alla conclusione del 28 agosto, tornerà in scena l’Aida storica del centenario con la regia di De Bosio, diretta dal nostro Andrea Battistoni. Altre opera in programma: Rigoletto, Madama Butterfly, Tosca e tre gala: quello con Roberto Bolle and Friends del 17 luglio, l’antologia della zarzuela e Placido Domingo del 21 luglio e la Nona Sinfonia di Beethoven del 15 agosto.

Gianni Villani

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