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«Un litigio tra detenuti
La religione non c’entra»

L’uomo è stato trasferito da Montorio in un altro carcere
L’uomo è stato trasferito da Montorio in un altro carcere
L’uomo è stato trasferito da Montorio in un altro carcere
L’uomo è stato trasferito da Montorio in un altro carcere

Un soggetto violento, che anche in passato aveva perso il controllo, ma che non è collegabile ad alcun ambiente integralista islamico. È quanto emerge dalla visita effettuata venerdì da un gruppo di legali scaligeri appartenenti alla Camera penale in occasione della fine di un corso per avvocati e praticanti dedicato all’esecuzione penale.

Tra gli avvocati anche Simone Bergamini, componente dell’Osservatorio carcere unione delle camere penali italiane che da tempo monitora Montorio: «Non sono mai state segnalate all’Osservatorio criticità di questo genere. Ci confrontiamo da tempo su tali tematiche con il direttore, la dottoressa Bregoli, e quello che è accaduto non ha niente a che vedere con l’integralismo religioso. Si tratta di un cittadino marocchino che anche in passato aveva creato problemi perché ha un carattere particolare. Del resto la presenza del Ser.D. all’interno di Montorio ha fatto sì che venisse ritenuto un carcere psichiatrico ma non è strutturato per seguire soggetti con patologie. Da quel che mi risulta è già stato trasferito». Intanto il detenuto è stato trasferito in un altro carcere, a Pavia.

Tutto sarebbe iniziato per un furto che il cittadino marocchino avrebbe messo a segno, approfittando delle celle aperte, in danno di detenuti albanesi che hanno reagito. L’inizio sarebbe stato questo, l’intervento degli agenti di polizia penitenziaria è stato tempestivo per evitare che la rissa degenerasse e il cittadino marocchino ha reagito, urlando il nome di Allah.

«Ribadisco che è un fatto isolato, non è condiviso da altri detenuti che alla fine sono stati danneggiati da tale comportamento perchè per una settimana le celle, per comprensibili motivi di sicurezza, restano chiuse». Il Dap (il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) ha istituito una sezione islamica nel carcere di Rossano Calabro: «Questo rischia di essere pericoloso poichè crea una ”cellula”. A Montorio», prosegue Bergamini, «sono presenti 52 etnie differenti, come si potrebbe gestire una situazione del genere? L’equilibrio è precario ed è per questo che soggetti intemperanti vanno monitorati perchè il danno poi ricade su tutti».

INTERROGAZIONE. L’aggressione con una lama rudimentale ad alcuni agenti della polizia penitenziaria resta un fatto grave. Gravissimo. E sulla base della relazione presentata dagli agenti il deputato del Pd Vincenzo D’Arienzo presenterà un’interrogazione al ministro affinchè accerti cosa è accaduto all’interno del carcere di Montorio. E torna a ipotizzare la pista islamica. «Risulterebbe che il detenuto sia stato oggetto nel tempo di alcune verbalizzazioni per le sue espressioni verbali tipiche del radicalismo di stampo islamico», sottolinea D’Arienzo.

«Su carta sono stati verbalizzati anche i fatti dell’altro giorno ed in particolare l’aggressione al grido di ”Allah akbar”. Possibile che questo non abbia significato come dice la direttrice». Il parlamentare sottolinea anche che il monitoraggio da parte del Ministero della Giustizia sui fenomeni di radicalizzazione in carcere è costante: «Va verificato se è vero che era stato monitorato per i suoi comportamenti radicali, radicalizzazione che pare sia avvenuta in carcere». Un monitoraggio che, se avvenuto, non è stato trasmesso al ministero. Nell’ultima relazione sul fenomeno della radicalizzazione religiosa negli istituti di pena Montorio non compare nell’elenco delle carceri da «controllare».F.M.

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