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«Un frastuono fortissimo e poi la scossa»

Un’abitazione distrutta. Molte persone hanno dovuto abbandonare le loro caseLe gravi lesioni ad alcuni edifici  causate dal terremoto
Un’abitazione distrutta. Molte persone hanno dovuto abbandonare le loro caseLe gravi lesioni ad alcuni edifici causate dal terremoto
Un’abitazione distrutta. Molte persone hanno dovuto abbandonare le loro caseLe gravi lesioni ad alcuni edifici  causate dal terremoto
Un’abitazione distrutta. Molte persone hanno dovuto abbandonare le loro caseLe gravi lesioni ad alcuni edifici causate dal terremoto

«Una giornata tranquilla, assolata. Poi poco prima delle 21, la terra ha iniziato a tremare. La scossa è stata davvero molto forte e subito siamo rimasti tutti al buio per quattro-cinque minuti. Poi il blackout è passato. Da noi fortunatamente è andata bene, ma a tre-quattro chilometri di distanza, le case sono crollate».

È così che ha vissuto gli istanti immediatamente prima e dopo il sisma, Maria Assunta Venturello, casalinga originaria di San Martino Buon Albergo, che per amore vent’anni fa, nel 1998, si è trasferita sull’isola di Ischia e ora vive a Ischia Porto. Una scossa di magnitudo 4, quindi non particolarmente forte, ma che ha provocato due vittime, decine di feriti e moltissimi danni agli edifici.

CASE INAGIBILI. «Dopo il terremoto siamo rimasti a casa: non volevamo metterci in strada e rischiare di creare problemi al personale di soccorso», racconta Maria Assunta. «Le notizie però si sono diffuse velocemente: la zona più colpita è stata Casamicciola», spiega la ischitana d’adozione. «Il figlio di un nostro amico ci ha raccontato di aver sentito un frastuono fortissimo, come lo scoppio di una bomba, che è stato più impressionante della scossa, arrivata immediatamente dopo».

Il sisma ha reso inagibili moltissime abitazioni. Si stima che attualmente 2.000-2.600 persone siano state evacuate dalla propria casa, dichiarata inagibile.

«La protezione civile al momento non intende installare le tende e sta verificando la disponibilità di stanze negli alberghi che però, considerato il periodo estivo, sono tutti al completo», racconta la donna. «L’idea è di sistemare gli sfollati temporaneamente negli hotel, in attesa che possano tornare nelle loro abitazioni».

TURISTI SPAVENTATI. Le immagini le abbiamo tutti negli occhi. Pareti di case completamente crollate. Intonaci caduti a terra. Crepe che squarciano dall’alto al basso interi edifici. Persone ammassate in strada. Il piccolo Pasquale di soli sette mesi, recuperato dai vigili del fuoco dopo sette ore di ricerche sotto le macerie. E poi, a ruota, il piccolo Mathias e il fratello maggiore Ciro. Una corsa contro il tempo sotto lo sguardo angosciato della madre, l’unica a essere riuscita a fuggire. Mentre l’Italia stava con il fiato sospeso.

«Subito dopo il terremoto sono state messe a disposizione delle navi per tornare sulla terra ferma: tra lunedì notte e oggi a mezzogiorno (ieri, ndr) 9.500 persone hanno lasciato l’isola», racconta Maria Assunta, facendo percepire il clima che si respira a Ischia. «I turisti che l’altra sera si trovavano a Casamicciola e hanno sentito il forte boato e poi il terremoto, si sono spaventati molto ed evidentemente alcuni hanno deciso di tornare a casa, ancora sotto choc».

LA NOSTRA TERRA. La veronese trapiantata a Ischia fortunatamente non ha risentito più di tanto delle conseguenze del sisma, pertanto rimarrà a casa. «Viviamo qui da vent’anni: questa ormai è la nostra terra», prosegue. «Oggi (ieri, ndr) le strade sono ancora troppo trafficate e le forze dell’ordine invitano a restare a casa per non essere d’intralcio, ma so già che il numero di case crollate o pericolanti è elevato: prossimamente ci sarà molto da fare», conclude la casalinga originaria di San Martino Buon Albergo. «Sull’isola ci sono molte strutture datate, ma anche molte nuove, che si intersecano l’una con l’altra: in alcune zone, ad esempio, un edificio vecchio è crollato, finendo su uno costruito abbastanza di recente e così anche quello, forse gravato dal peso della struttura vicina, è rimasto fortemente danneggiato».

Manuela Trevisani

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