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Ulss, stangata sugli «smemorati»

Polo Confortini: nella foto d’archivio persone agli sportelli per il ritiro dei referti e il pagamento del ticket
Polo Confortini: nella foto d’archivio persone agli sportelli per il ritiro dei referti e il pagamento del ticket
Polo Confortini: nella foto d’archivio persone agli sportelli per il ritiro dei referti e il pagamento del ticket
Polo Confortini: nella foto d’archivio persone agli sportelli per il ritiro dei referti e il pagamento del ticket

La Regione Veneto tira la giacchetta agli «smemorati» che prenotano una visita o un esame in ospedale, o nelle strutture private accreditate, e poi non si presentano all’appuntamento. Se fino a ieri erano tenuti a rimborsare almeno il ticket di 36 euro (un provvedimento del 2007 quando a capo della Sanità veneta c’era Flavio Tosi), da oggi hanno l’obbligo di versare l’intera quota della prestazione non eseguita se si dimenticano di disdirla entro i due giorni lavorativi precedenti. La pagheranno cara, insomma: 76 euro nel caso di una gastroscopia e 94 euro se si tratta di una colonscopia, tanto per fare degli esempi. Ma si arriva a 212 euro per una risonanza magnetica prenotata e mai effettuata, che aumentano a 340 quando è previsto anche l’utilizzo del mezzo di contrasto.

È LA ULSS 9 Scaligera attraverso il direttore sanitario Denise Signorelli e il direttore amministrativo dei presidi ospedalieri Flavia Dal Bosco a rendere nota la novità, peraltro valida pure per chi è esente dalla partecipazione alla spesa sanitaria. Una rivoluzione stabilita dalla Finanziaria che la giunta regionale ha recepito con la normativa del 30 dicembre 2016, collegata alla legge di stabilità 2017. «L’assistito che non si presenta nel giorno previsto per l’erogazione della prestazione senza aver dato idonea disdetta, fatti salvi i casi di forza maggiore, è tenuto al pagamento della prestazione secondo la tariffa prevista dal vigente nomenclatore tariffario» così è stato sancito. Ma siccome a tutti può capitare un impedimento anche all’ultimo minuto, è possibile non pagare se ci sono dei motivi validi, come già succedeva per l’addebito del ticket. Però è necessario inviare le giustificazioni, ad esempio un certificato di ricovero o una dichiarazione del datore di lavoro, entro i dieci giorni lavorativi successivi all’appuntamento, tramite mail o fax ai riferimenti dei Cup della Ulss 9. Tra le motivazioni accettate ci sono la malattia, il ricovero ospedaliero, un lutto, gli eventi atmosferici e altre cause, purché dimostrabili.

IL GIRO DI VITE, spiega Signorelli, ha l’obiettivo di gestire le liste d’attesa ed evitare sprechi, poiché la prenotazione non disdetta toglie opportunità ad altre persone e comporta costi non indifferenti per il Sistema sanitario. Verona e provincia, assicura, sono in linea con i tempi d’attesa stabiliti dalla Regione, che sono di 10, 30 o 90 giorni a seconda dell’urgenza indicata nell’impegnativa e devono essere garantiti nel 90% dei casi. Tuttavia nel 2016 le prestazioni mancate, cioè prenotate e non disdette, e sia ambulatoriali che strumentali, sono state ben 16.276 (5.027 nel territorio dell’ex Ulss 20, 7.094 nell’ex Ulss 21 e 4.146 nell’ex Ulss 22) e hanno avuto un peso economico di un milione e mezzo di euro.

A QUESTA CIFRA vanno aggiunte le spese per i servizi di recupero del ticket, che comunque è avvenuto solo nel 30% dei casi. «La Sanità è un bene di tutti per il quale vengono messe in campo risorse importanti» commenta Signorelli «ma è anche una questione di senso civico: se non posso usufruire di una visita prenotata da tempo, lascio il posto libero per un altro cittadino».

Laura Perina

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