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Revoca della cittadinanza a Poroshenko

Ucraina dura con il consiglio comunale
«Ha abboccato alla propaganda di Mosca»

Revoca della cittadinanza a Poroshenko
Poroshenko coi quadri di Castelvechio
Poroshenko coi quadri di Castelvechio
Poroshenko coi quadri di Castelvechio
Poroshenko coi quadri di Castelvechio

Un invito a visitare l’Ucraina «rimasto sospeso» da parte dei consiglieri comunali di Verona, con la conseguente «mistificazione dei fatti» e l’adozione della «tesi propagandistica di Mosca sullo stato di guerra civile» nelle regioni del Donbass.

Sono alcuni dei motivi che, secondo la diplomazia di Kiev, avrebbero indotto l’assemblea comunale scaligera ad adottare la delibera di revoca della cittadinanza onoraria al presidente dell’ex repubblica sovietica, Petro Poroshenko, approvata il 20 settembre scorso.

Lo scrive oggi, in una lettera aperta al sindaco Federico Sboarina (che già aveva risposto: «Non siamo i burattini di nessuno») e al presidente del Consiglio comunale, Ciro Maschio, l’Ambasciatore di Kiev in Italia, Yevhen Perelygin, che afferma di apprezzare l’intenzione degli amministratori locali a incontrarlo «per qualsiasi chiarimento e confronto».

 

Il diplomatico ricorda che la proposta di un incontro era stata da lui avanzata il 22 dicembre 2017, ma l’appello «è rimasto inascoltato dal Consiglio Comunale di Verona.

Così come è rimasto sospeso l’invito a Voi rivolto di visitare l’Ucraina, al fine di trarre Vostre dirette conclusioni sui diversi aspetti di carattere politico menzionati nella Vostra Delibera».

«Con molta probabilità - aggiunge Perelygin - i viaggi illegali dei membri del Consiglio Comunale di Verona nei territori occupati della regione ucraina del Donbass (organizzati e sponsorizzati dalla parte russa) non hanno permesso ai partecipanti di volgere uno sguardo obiettivo e approfondito sulla presenza militare della Federazione Russa nei territori occupati», a differenza delle organizzazioni internazionali che «danno una larga testimonianza dell’aggressione e della presenza militare russa in Ucraina fino ai nostri giorni in violazione degli Accordi di Minsk».

Perelygin critica infine l’accusa alle Autorità ucraine di «lenta e cattiva gestione della vicenda della restituzione dei quadri di Castelvecchio» definendola «piena di pregiudizi e falsità», citando ad esempio altre vicende simili come la recente restituzione dall’Italia all’Olanda di due quadri di Van Gogh, ritrovati nel settembre 2016 e rientrati in patria nel marzo 2017.

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