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DUPLICE OMICIDIO DI ALBAREDO

Uccise mamma
e sorella, il papà
lo incontra in cella

Mirela Balan e la figlia Larisa Elena, assassinate
Mirela Balan e la figlia Larisa Elena, assassinate
Mirela Balan e la figlia Larisa Elena, assassinate
Mirela Balan e la figlia Larisa Elena, assassinate

Freddo e lucido. Così i carabinieri di Ronco e Legnago avevano definito Andrei Filip il giorno della confessione del duplice omicidio di mamma e sorellina.

Una freddezza, o forse una sorta di indifferenza, che quasi sei mesi dopo il giovane sembra mantenere inalterata.

Sabato mattina, nel carcere San Pio X di Vicenza dov’è rinchiuso, Andrei ha ricevuto la visita della sorella maggiore Oana Maria e del padre, che da qualche mese si è trasferito ad Albaredo e ha iniziato anch’egli a lavorare ai vivai Nischler di Presina. Dopo l’assassinio di madre e sorellina, Oana si è trovata improvvisamente da sola, perciò ha chiesto al papà di trasferirsi in Italia dalla Romania.

Lui ha accettato e il datore di lavoro di Oana lo ha assunto nella sua azienda, dove lavorava lo stesso Andrei. Il ragazzo è stato in un primo tempo rinchiuso nel carcere di Montorio. Poi, in seguito ad alcune minacce ricevute da altri detenuti, è stato trasferito a Vicenza, dove dice di trovarsi bene. «È stato felice di vedere papà», ha rivelato Oana.

La primogenita di Mirela Balan voleva dei chiarimenti sui motivi che hanno portato agli omicidi, ma si è trovata davanti una persona abbastanza distaccata, tranquilla. «Non mi ha dato grandi spiegazioni, e quando si rivolgeva a me lo faceva con il sorriso sulle labbra», racconta esterrefatta la sorella.

«Ha ribadito che la sua fidanzata gli ha passato il coltello e l’ha aiutato a pulire e a trasportare i corpi sul ponte di Albaredo». Oana è convinta che non sia pentito di quello che ha fatto. «Mi ha chiesto come sto, ma come posso stare dopo aver vissuto una simile tragedia?», riflette la ragazza.

L’assassino reo confesso, che è stato rinviato a giudizio e presto verrà processato, per lo meno ha mostrato un po’ di pietà per quelle salme martoriate. «Mi ha chiesto dove avevamo fatto il funerale», riferisce Oana, «non sapeva che il busto di Larisa non è ancora stato trovato e si è augurato che il fiume possa restituirlo». Andrei ha riferito che trascorre le giornate per lo più in cella, guardando la televisione, fa qualche passeggiata durante l’ora d’aria e qualche volta si reca nella cappella del carcere.

«Sta pensando a quanti anni dovrà passare in galera», racconta ancora la sorella. «Ha smesso di fumare ed è ingrassato».

Oana e il padre hanno portato qualche cambio di vestiti al giovane e poi l’hanno salutato. «Spero rimanga lì dentro per tanti anni», sospira Oana.

Paola Bosaro

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