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«Tutti correvano e anche noi, alla cieca»

Gli amici dopo l’attentato sono andati nella casa di Maroccolo
Gli amici dopo l’attentato sono andati nella casa di Maroccolo
Gli amici dopo l’attentato sono andati nella casa di Maroccolo
Gli amici dopo l’attentato sono andati nella casa di Maroccolo

«Vedere in televisione le immagini degli attentati è brutto ma viverli dal vivo è angosciante». Lo esprimono così il loro stato d’animo i sei ragazzi veronesi, quattro di Cologna Veneta, uno di Oppeano e uno della città, che nel tardo pomeriggio di ieri si trovavano a poche centinaia di metri dal luogo in cui è avvenuto l’attentato di Barcellona e sono stati a loro volta coinvolti in quella che è stata una fuga senza riferimenti.

Luca Carazzato, Anna Pretto e Matteo Fiumicetti, i primi due di 21 anni e il terzo di 20, tutti di Cologna, Francesco Manara di Oppeano, anche lui ventunenne, e il veronese ventiduenne Alberto Bonturi sono arrivati a Barcellona mercoledì notte, per trovare un loro amico, anche lui di Cologna e di 21 anni, Leonardo Maroccolo, che nella città catalana abita e studia. «Oggi (ieri, ndr), abbiamo visto dei monumenti e poi, con la metropolitana, siamo arrivati a piazza Catalunya, per fare una sosta e andare verso la Sagrada Familia», racconta Carazzato. «Ci siamo seduti a bere un tè in un bar a pochi metri dalla piazza», continua, «quando abbiamo visto passare polizia e ambulanze. Subito non ci abbiamo fatto troppo caso, poi sono iniziate ad arrivare persone che scappavano di corsa. Una ragazza ci ha fatto un segno con la mano, come a dire che c’erano persone armate, e anche noi ci siamo messi a correre». Una corsa, la loro, che era alla cieca, visto che non sapevano né cos’era accaduto né verso dove era meglio andare. «Ci ha fermato il cameriere di un bar dicendoci che c’era stato un attentato e che dovevamo tornare indietro», raccontano i ragazzi. I quali, dopo aver fatto un po’ di strada, si sono infilati in un taxi e sono andati nell’appartamento di Maroccolo, che si trova in una zona piuttosto lontana e tranquilla.

Una volta accesa la tv, i giovani si sono resi conto di quello che avevano, fortunatamente, solo sfiorato. «Al momento c’è ancora tanta confusione», racconta Carazzato pochi minuti dopo essersi messo al sicuro.

Lui e i suoi amici avevano previsto di restare a Barcellona fino a martedì, ma certo ieri pomeriggio il loro stato d’animo non era quello di chi sta facendo una vacanza in compagnia. «Stasera non usciamo, domani vedremo com’è la situazione», spiegano. Aggiungendo che confidano in una forte presenza delle forze dell’ordine perché non vogliono rinunciare a vedere Barcellona. LU.FI.

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