<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Nel corso di un'udienza

Tribunale, cerca
di buttarsi di sotto
Bloccato dai militari

Il tribunale di Verona
Il tribunale di Verona
Il tribunale di Verona
Il tribunale di Verona

Tirava una brutta aria mattina al secondo piano del tribunale, sezione penale. Brutta nel senso di cattiva, irrespirabile. Tanto che le finestre del corridoio su cui si aprono le aule di udienza sono state spalancate dagli avvocati in attesa dei processi. Il brutto odore arrivava da un arrestato, senza fissa dimora, pregiudicato e tossicodipendente, che vive in condizioni igieniche indescrivibili in un casolare abbandonato di via Torbido.

È un tunisino di 25 anni, B.A., ammanettato l’altro giorno dai carabinieri del Nucleo Radiomobile per furto aggravato compiuto su un’auto parcheggiata in Borgo Venezia: ha rotto il finestrino con una tenaglia e ha preso i soldi custoditi nel cruscotto, 15 euro in tutto. A chiamare i militari è stato un cittadino che ha assistito alla scena. In pochissimi minuti sono arrivate sul posto tre pattuglie del 112, i carabinieri hanno bloccato l’immigrato a pochi metri dalla macchina scassinata e l’hanno portato in caserma.

Ieri mattina, processato in direttissima dal giudice Maria Elena Teatini che ha convalidato l’arresto, alla lettura della sentenza con cui ha predisposto la custodia cautelare in carcere in attesa del processo fissato per il 25 luglio, B.A. (difesa Cristiano Pippa) con uno scatto improvviso urlando “non voglio andare in carcere“ ha fatto un balzo e dal banco degli imputati è corso verso la finestra - aperta appunto come le altre per permettere il ricambio d’aria - pronto ad ammazzarsi. Se non fossero stati velocissimi i carabinieri a prenderlo per la giacca, B.A. già a cavalcioni del balcone sarebbe volato di sotto dal secondo piano dell’ex Mastino. La prontezza dei militari ha evitato che il gesto disperato finisse in tragedia. Per immobilizzare il giovane sono arrivati in soccorso dei colleghi altri militari presenti in tribunale per altri processi. Gli si sono letteralmente buttati sopra per riuscire a calmarlo, dopodiché lo hanno ammanettato, portato in cella di sicurezza e da lì a Montorio. 

C.F.

Suggerimenti