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Treni Tav e case da demolire:
il Comune apre al confronto

Case di via del Fortino, fra Borgo Milano e San Massimo, a ridosso della linea ferroviaria attuale MARCHIORI
Case di via del Fortino, fra Borgo Milano e San Massimo, a ridosso della linea ferroviaria attuale MARCHIORI
Case di via del Fortino, fra Borgo Milano e San Massimo, a ridosso della linea ferroviaria attuale MARCHIORI
Case di via del Fortino, fra Borgo Milano e San Massimo, a ridosso della linea ferroviaria attuale MARCHIORI

Treni ad alta velocità sulla linea del Brennero, nel tratto Verona-Pescantina, il quarto lotto: pronto il progetto preliminare, ora via libera a un tavolo di confronto tra Rete ferroviaria italiana, Amministrazione comunale e comitati di cittadini residenti della zone. Ciò per affrontare insieme il tema delle compensazioni sul territorio. Tra cui le ricostruzioni di case per quanti, in particolare tra San Massimo-corso Milano e Chievo-La Sorte, dovranno subire l’esproprio e la demolizione delle proprie abitazioni. Si tratta di 55 unità immobiliari.

A raccogliere la richiesta a Palazzo Barbieri rivolta dal Pd, con il deputato Vincenzo D’Arienzo e i consiglieri Federico Benini e Carla Padovani, con il comitato di residenti Tac C1, è l’assessore all’’urbanistica, edilizia privata e all’ambiente, Ilaria Segala.

Come L’Arena ha scritto ieri, le case che verrebbero demolite per fare posto al quadruplicamento della linea ferroviaria storica, e quindi a quella dei treni superveloci, sono in particolare in via del Fortino e in via Fava, alcune proprio a ridosso dei binari attuali, a destra procedendo verso nord.

«È assolutamente condivisibile la sensibilità dimostrata nei confronti di quei cittadini che potrebbero essere coinvolti nelle procedure di esproprio per il passaggio della linea ferroviaria ad alta velocità nel quartiere di San Massimo», dice l’assessore Segala, riferendosi a quanto chiesto dai rappresentanti del Pd, partito di minoranza. «L’invito al Comune affinché si faccia parte attiva per la loro tutela trova la nostra completa disponibilità».

D’Arienzo, Benini e Padovani avevano ricordato che Rfi, per rispondere alle richieste di ristoro da parte dei cittadini che verrebbero espropriati, Rfi ha a disposizione 40 milioni, sull’intero investimento. Ma quali potrebbero essere zone potenzialmente edificabili per nuove abitazioni per chi verrà espropriato? Il comitato Tac C1 ha proposto un’area tra l’abitato della frazione di San Massimo e il Seminario, pure a San Massimo, in via Bacilieri. Non troppo distante, dunque, dalle case attuali, che verrebbero abbattute. In questo modo, come ricordava Benini, si eviterebbe si sradicare famiglie e residenti dai luoghi delle proprie comunità.

«Come assessore alla pianificazione urbanistica sono a disposizione per l’apertura di un tavolo di confronto, che raccolga le segnalazioni e le richieste dei residenti, in modo da cercare assieme le strade da percorrere nell’interesse del nostro territorio», aggiunge l’assessore Segala.

I tempi previsti, cioè terminare la Tav nel corridoio 1-linea del Brennero, entro il 2025, quanto si prevede che entri in funzione la galleria di base del Brennero, consentono un margine sufficiente per affrontare l’argomento, nei confronti del Comune e in prospettiva di riunioni tecniche dell’Amministrazione con Rfi. «Dal punto di vista procedurale non ci sono, per ora, scadenze immediate», conferma Segala, «e si potrebbe utilizzare proficuamente questo periodo per una ricognizione informativa sulla situazione».

In fase più avanzata, come scritto nei giorni scorsi, è invece la Tav sul corridoio 5, in particolare nei 73 chilometri da Brescia a Verona, con fermata anche nel Basso Garda per i turisti. Il Cipe ha infatti approvato il progetto definitivo e autorizzato i lavori del primo lotto.

Enrico Giardini

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