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Utilizzare l'avanzo senza limitazioni

Tosi scrive a Renzi
«Modificare
la legge di stabilità»

Il sindaco Tosi con il premier Renzi
Il sindaco Tosi con il premier Renzi
Il sindaco Tosi con il premier Renzi
Il sindaco Tosi con il premier Renzi

Il sindaco Flavio Tosi ha scritto oggi al presidente del Consiglio Matteo Renzi per chiedere una modifica alla legge di stabilità, che consenta ai Comuni di utilizzare l’avanzo di amministrazione, nell’ambito del patto di stabilità stesso, senza limitazioni. Tosi suggerisce anche la modalità «tecnico-contabile» che potrebbe sbloccare la situazione, per dar modo ai Comuni di utilizzare le risorse accantonate, senza provocare il mancato rispetto dell’obiettivo del pareggio: «conteggiare l’avanzo di amministrazione fra le entrate finali, alla stregua di una normale entrata».

«Nonostante le dichiarazioni rilasciate da vari esponenti di Governo alla vigilia dell’approvazione della legge di stabilità 2016 - scrive - relativamente alla possibilità di usufruire già quest’anno di un forte allentamento delle regole in materia di patto di stabilità, le aspettative dei Comuni italiani sono state deluse dai contenuti reali della legge e dai modesti effetti espansivi che essa potrà produrre nel prossimo triennio. Continua infatti a permanere l’ingiusto e odioso vincolo che riguarda la possibilità di utilizzare l’avanzo di amministrazione nell’ambito del patto di stabilità». Ingiusto, spiega il sindaco di Verona, «perchè penalizza soltanto i Comuni virtuosi che, con risparmi e buona gestione, sono stati in grado di generare avanzi. Odioso perchè colpisce una ricchezza dei Comuni prodotta da loro stessi, con risorse dei propri cittadini, faticosamente accantonate in anni di grandi difficoltà finanziarie».

«Questa ricchezza - continua Tosi nella lettera al Presidente del Consiglio - attende solo di poter essere restituita al territorio che l’ha prodotta: sono commesse per le imprese locali, posti di lavoro per i giovani, redditi per i lavoratori, consumi in più per il commercio. Significherebbe, insomma, maggior benessere per i cittadini e maggiore Pil per la Nazione. Basti pensare che per una città come Verona - conclude - si tratta di circa 70 milioni, immobilizzati nelle casse comunali senza poter essere spesi a favore del territorio e dei suoi cittadini». 

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