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Tosi: «Lo Stato non ci fa aiutare i terremotati»

Neve sulle macerie di Amatrice, cuore del terremoto
Neve sulle macerie di Amatrice, cuore del terremoto
Neve sulle macerie di Amatrice, cuore del terremoto
Neve sulle macerie di Amatrice, cuore del terremoto

«Vorremmo aiutare concretamente alcuni Comuni terremotati, ma lo Stato ce lo impedisce». Il sindaco Flavio Tosi commenta sconsolato lo stop ai buoni propositi di Palazzo Barbieri imposto dalla Ragioneria Generale dello Stato, dipartimento del ministero dell’Economia e delle finanze.

«Alla fine dello scorso anno», fa sapere il sindaco, «avevamo chiesto di poter utilizzare parte dell’avanzo di amministrazione degli enti locali per donazioni ai Comuni colpiti dal sisma per la sistemazione di opere pubbliche, strade, scuole danneggiate». La Ragioneria Generale, che, come recita la sua home page, ha l’«obiettivo istituzionale di garantire la corretta gestione e la rigorosa programmazione delle risorse pubbliche», ha però risposto che l’utilizzo di fondi per questa finalità può avvenire soltanto se non penalizza il patto di stabilità del Comune di Verona.

«Spiace», allarga le braccia Tosi, «che ci siano queste rigidità normative e burocratiche perché Verona ha più di cento milioni di euro bloccati dal patto di stabilità, risorse concretamente disponibili». La risposta arrivata dal palazzo di via XX Settembre a Roma «dà l’idea», aggiunge irritato, «della palude burocratico-amministrativa in cui è impantanato il Paese e dimostra l’urgente bisogno di riforme importanti perché in un Paese normale se un Comune volesse donare milioni di euro a un altro Comune colpito da calamità naturale verrebbe lodato e ringraziato, non bloccato nella sua iniziativa solo perché lo Stato preferisce trattenersi i soldi del patto di stabilità, quindi invito il governo e il ministro Padoan a metter mano a questo assurdo e ottuso impianto normativo».

Il patto di stabilità è una normativa applicata alla pubblica amministrazione e agli enti locali che serve a tenere sotto controllo i bilanci pubblici: nel bilancio annuale le entrate e le uscite devono essere pari. Esso serve a far rispettare quello più ampio a livello nazionale siglato nel 1997 dall’Unione europea, relativo al controllo delle rispettive politiche di bilancio pubblico. Gli Stati membri della Ue devono rispettare due vincoli: un deficit pubblico non superiore al tre per cento del Pil e un debito pubblico inferiore al 60 per cento del Pil.

La possibilità di utilizzare le risorse bloccate nelle casse comunali è stata più volte sollecitata da Palazzo Barbieri. «Sbloccare quei 100 milioni», ha ripetuto Tosi negli ultimi mesi, «ci permetterebbe non solo di non vendere più nulla del patrimonio immobiliare ma anzi di abbassare le tasse ai cittadini. E come noi, moltissimi altri Comuni avrebbero a disposizione cifre per un totale di circa dieci miliardi».

All’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi, Tosi aveva chiesto di rendere possibile lo stanziamento di almeno una parte di queste ingenti somme, «per far fronte alle numerose e urgentissime necessità delle persone e delle comunità colpite dal terremoto». E, prima della doccia fredda arrivata dalla Ragioneria dello Stato, si era detto sicuro che «i veronesi, come gli italiani tutti, sarebbero ben felici di vedere confluire i soldi, ora bloccati, in un fondo nazionale da utilizzare per le emergenze, a favore dei nostri fratelli così duramente colpiti».E.S.

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