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Tosi attacca Luca Zanotto
«Ha remato contro la città»

Il sindaco Flavio Tosi e il presidente Luca Zanotto
Il sindaco Flavio Tosi e il presidente Luca Zanotto
Il sindaco Flavio Tosi e il presidente Luca Zanotto
Il sindaco Flavio Tosi e il presidente Luca Zanotto

Nei giorni scorsi l’assessore all’urbanistica aveva parlato di «golpe» dell’opposizione con la «complicità» del presidente leghista del Consiglio comunale, Luca Zanotto. Ora è lo stesso sindaco a intervenire pesantemente. Al termine della riunione di Giunta, a Palazzo Barbieri il clima non è dei più distesi. La mancata convocazione del Consiglio comunale, mercoledì, ultimo giorno utile prima del voto amministrativo, ancora brucia. A chiedere la riunione, per portare al voto una serie di delibere di carattere urbanistico, era stato lo stesso sindaco insieme ai 18 consiglieri del suo schieramento che gli sono rimasti fedeli.

«Ho riferito alla Giunta», fa sapere Tosi, «di aver chiesto agli uffici di verificare la correttezza del comportamento del presidente del Consiglio comunale che non ha dato seguito alla richiesta della maggioranza assoluta del Consiglio». Il sindaco parla di verifica «su eventuali altri profili». In altre parole, spiega poi, i dirigenti del Comune dovranno approfondire se il “niet“ di Zanotto «ha procurato danni» all’Amministrazione. Il sindaco non nasconde la sua arrabbiatura: «Il presidente», esclama, «ha l’obbligo di garantire il funzionamento dell’istituzione. È già eticamente scorretto che in altre occasioni abbia fatto mancare il numero legale visto che è pagato per presiedere, ma che addirittura non dia seguito alla maggioranza assoluta del Consiglio...».

Sul Consiglio abortito del 26 aprile si registra anche un duello a distanza tra Ciro Maschio, presidente della Commissione urbanistica ed esponente di Fratelli d’Italia, all’opposizione, e l’assessore all’Urbanistica Gian Arnaldo Caleffi. Entrambi si rinfacciano la responsabilità di aver fatto naufragare la seduta.

«Non è colpa nostra», afferma Maschio, «se il sindaco e la Giunta hanno sbagliato la programmazione, arrivando con l’acqua alla gola su delibere importanti. Cittadini, costruttori e imprenditori devono sapere che per un mese le sedute del Consiglio sono saltate per mancanza di numero legale per impegni del sindaco nella campagna per il sì al referendum o perché alcuni consiglieri si erano distratti con la partita del Milan».

Maschio spara ad alzo zero: «Solo un pazzo o un irresponsabile poteva pensare di poter approvare la delibera sull’Ikea alla Marangona in quattro ore di Consiglio, l’ultimo giorno utile». Maschio, poi, respinge l’accusa di golpe. «Con Daniele Polato di Forza Italia e Stefano Vallani del Pd avevamo proposto una soluzione di buon senso: fare un ultimo Consiglio, per congedarsi dignitosamente dalla città, portando alcune delibere già condivise in commissione».

Ma per Caleffi tale ricostruzione non è veritiera. «La loro controproposta», afferma, «conteneva una polpetta avvelenata: convocare l’ultima seduta inserendo anche la delibera sulla mozione di revoca del project financing sull’Arsenale. Dov’è la sbandierata attenzione nei confronti di costruttori, imprenditori e cittadini? Con il via libera alla variante 23, di quella sul Centro sportivo di Porto San Pancrazio e di altre minori», prosegue Caleffi, «la città si attendeva una boccata di ossigeno che incoraggiasse i timidi segnali di ripresa edilizia, che dotasse i quartieri di servizi e infrastrutture importanti».E.S.

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