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Tosi andrà a visitare la mostra di Kiev

Tosi con  Borys Lozhkin, segretario generale Repubblica Ucraina
Tosi con Borys Lozhkin, segretario generale Repubblica Ucraina
Tosi con  Borys Lozhkin, segretario generale Repubblica Ucraina
Tosi con Borys Lozhkin, segretario generale Repubblica Ucraina

Mentre in Ucraina, a Kiev, nel museo nazionale Khanenko, si sta allestendo la mostra, fino al 13 giugno, con i 17 quadri rubati a Castelvecchio - danneggiati, anche se in maniera contenuta, come emerso dalle prima perizie - a Verona si rinsalda l’asse con il Paese dell’Est.

Dopo la visita in municipio, venerdì, dell’ambasciatore dell’Ucraina in Italia dell’Ucraina in Italia Yevhen Perelygin, che ha incontrato il sindaco Flavio Tosi per mettere a punto il piano di rientro delle opere, ieri è stato in città, a Castelvecchio, Borys Lozhkin, segretario generale della Presidenza della Repubblica Ucraina. In pratica, il braccio destro del presidente Petro Poroshenko. Cioè colui che ha chiesto e ottenuto da Verona, con la mediazione del suo ministro della Cultura in contatto con quello italiano, Dario Franceschini, di esporre i quadri veronesi a Kiev, per due settimane.

Lozhkin, insieme a Tosi, ha visitato il museo di Castelvecchio e poi ha ulteriormente definito le prossime mosse. Il segretario generale, a nome del presidente, ha dunque ufficialmente invitato Tosi in Ucraina, a visitare la mostra, e Tosi ha accettato. E il primo cittadino scaligero a sua volta ha invitato Poroshenko a Verona.

Come emerso ormai in molteplici occasioni e da dichiarazioni, nonostante questo rapporto sia nato per un fatto negativo, cioè il furto dei quadri, Verona e l’Ucraina intendono incrementare i rapporti dal punto di vista economico, culturale e turistico. E la mostra in Ucraina, concessa da Tosi allo Stato la cui polizia ha ritrovato la refurtiva, è il primo esempio di questo percorso.

Intanto, dopo quattro giorni in Ucraina per svolgere le perizie, con Ettore Napioni del museo di Castelvecchio, rientra a Verona Paola Marini, l’ex direttrice dei Musei civici veronesi (ora alle Galleria dell’Accademia di Venezia) incaricata con Napione stesso dal pubblico ministero Gennaro Ottaviano di svolgere le perizie sulle opere.

L’operazione è stata più lunga del previsto, visto che soltanto al terzo giorno della sua permanenza a Kiev la Marini e Napione hanno potuto visionare i quadri e scrivere le perizie, in italiano, tradotte in lingua ucraina. Dopo il 13 giugno le opere rientreranno a Verona e l’obiettivo è quello di esporle quanto prima ai visitatori, a Castelvecchio.

L’arte, però, infiamma. E così lo storico dell’arte Philippe Daverio, ieri in città per inaugurare la mostra sulla pittura analitica, alla Gran Guardia, ha detto che la vicenda Castelvecchio «è stato un festival dei pasticcioni» (altro articolo a pagina 55). Così il colpo del secolo, come è stato definito quello messo a segno sei mesi e mezzo fa, a Verona, continua a dividere. Comunque, almeno si parla dei 17 quadri di Castelvecchio. Che forse mai come ora in tanti vorranno rivedere. O vedere per la prima volta.E.G.

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