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Tempo scaduto, da rifare l’accordo per Ikea

Ikea a Verona, tutti i pezzi sono da ricomporre. La mancata convocazione del Consiglio comunale in tempo utile per non perdere i poteri deliberativi in prossimità delle elezioni ha comportato, tra l’altro, la decadenza dell’accordo di programma firmato a marzo dall’assessore all’Urbanistica Gian Arnaldo Caleffi e da Matteo Gasparato, presidente - carica che potrebbe però sfuggirgli presto di mano - del Consorzio Zai. Tale accordo riguarda la pianificazione di un milione di metri quadri di terreno in località Marangona, tra il casello di Verona Sud e l’intersezione con l’Autobrennero.

All’interno di quest’area, quella destinata al colosso svedese è di circa 280mila metri quadri, 120mila dei quali di superficie commerciale coperta. L’accordo di programma, tuttavia, si deve rifare e, considerati i due turni elettorali l’11 e il 25 giugno, la pratica potrebbe slittare di qualche mese. «Speriamo», esclama Tosi, «che nel frattempo Ikea non cambi idea e decida di andare altrove, viste le lungaggini causate dall’atteggiamento di consiglieri comunali poco coerenti con le loro precedenti posizioni... Quello dell’Ikea è un progetto fondamentale anche per la città, visto che, come opera compensativa, sarà finanziata la variante alla statale 12». Sul piatto dell’accordo di programma ci sono infatti i 30 milioni destinati al Consorzio Zai, 15 dei quali per la realizzazione dell’attesa variante stradale nel tratto all’interno del territorio comunale di Verona.

Nella partita sulla Marangona, il sindaco, insieme a quello che rimane della sua maggioranza a Palazzo Barbieri, se la deve però vedere con il presidente del Consorzio Zai Matteo Gasparato, anch’egli da qualche settimana passato in campo avverso. Gasparato guida, insieme al consigliere regionale Stefano Casali, l’associazione politica Verona Domani, i cui rappresentanti in Comune sono stati decisivi nel bloccare la ratifica dell’accordo sull’area. Si tratta degli ex tosiani Filippo Rando, Rosario Russo e Andrea Sardelli.

Ma anche il destino di Gasparato alla guida dell’ente appare più che mai incerto. Il presidente, riconfermato con la benedizione di Tosi alla guida del Consorzio Zai lo scorso luglio, rischia infatti di cadere prima del tempo. Ben cinque membri del suo consiglio di amministrazione, i «tosiani» Maurizio Filippi e Pier Luigi Toffalori, e i tre in quota alla Camera di commercio, hanno firmato una richiesta di convocazione con all’ordine del giorno le sue dimissioni. Al fianco di Gasparato resterebbe Massimo Mariotti, che dall’area Tosi si appresta a traslocare nei Fratelli d’Italia. Restano a guardare, per ora, i due esponenti Pd Giandomenico Allegri ed Enzo Righetti.

La resa dei conti potrebbe andare in scena già entro venerdì. In ballo c’è anche il rinnovo dei vertici della società collegata Quadrante servizi, a capo della quale c’è ora Elio Nicito, amico di Casali. A firmare il nuovo accordo di programma per l’Ikea, quindi, potrebbero non esserci né l’attuale sindaco, giunto alla conclusione del secondo mandato, né Gasparato. Intanto, annuncia le sue dimissioni dal Cda di Veronamercato, Bruno Tacchella, in passato consigliere comunale e da anni vicino a Gasparato, per candidarsi al Consiglio comunale nelle liste di Battiti-Verona Domani.

L’assessore Caleffi, infine, replica di nuovo alle critiche di Giuseppe Campagnari, di Sinistra italiana, sulle politiche urbanistiche dell’amministrazione Tosi. «Sono fiero di aver contribuito a fare del Piano degli interventi un progetto di crescita e riqualificazione, contro le tristi prospettive che ci offrono i vari Signor-no della politica veronese». E.S.

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