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GRANDI OPERE

Tav, cantieri
dal 2017
Pronta nel 2023

Un treno Frecciarossa
Un treno Frecciarossa
Un treno Frecciarossa
Un treno Frecciarossa

Venti minuti in meno per andare in treno da Verona a Milano. L’Alta velocità inaugurata l’altro giorno tra Brescia e Treviglio e quindi Milano e Torino, ha avvicinato da subito la nostra città al capoluogo lombardo, punto di riferimento per molte attività e non solo economiche. Ora il percorso è garantito in 65 minuti, cioè un’ora e 5, mentre fino a non molto tempo fa era necessario un tempo compreso tra l’ora e 20 e l’ora e 30. Un risparmio che consente già ora un interscambio molto veloce, in giornata, tra le due città, accelerando contatti e collaborazioni di lavoro.

Ora il prossimo passo sarà la costruzione della tratta Brescia-San Massimo, alle porte di Verona, cantieri che potranno prendere il via, come ha detto sabato il ministro Delrio insieme con l’ad di Rete FerroviariaItaliana, Maurizio Gentile, nella seconda metà del 2017, confermato quanto già anticipato nei mesi scorsi. Il fatto è che poi la realizzazione dell’opera e la sua entrata in esercizio richiederanno sei anni di lavori, per cui l’Alta velocità a Verona arriverà non prima del 2023.

I finanziamenti ci sono, con oltre 2,3 miliardi di euro previsti dal Governo e dal Cipe, ma le opere sono consistenti, a cominciare dalla galleria di 8 chilometri da realizzare a Lonato. Altro punto delicato, il nodo ferroviario di Verona città, il cui progetto non è ancora definitivo e che deve essere ancora appaltato, mentre la Brescia-San Massimo verrà realizzata dal consorzio Cepav 2. «A Brescia in occasione dell’inaugurazione della Brescia Treviglio», racconta Franco Miller, presidente di Transpadana (Comitato promotore dell’alta velocità), delegato di Confindustria Veneto alle Infrastrutture, «ho chiesto proprio all’ad Gentile informazioni sul nodo di Verona perché una volta arrivati a San Massimo, i treni ad alta velocità devono entrare in stazione e proseguire per Vicenza. Ho avuto garanzie che Italferr sta procedendo con il progetto definitivo e a febbraio molto probabilmente verrà presentato a Verona. È un aspetto delicato perché questo progetto deve prevedere anche l’incrocio con la linea del Brennero e gli ingressi e le uscite dal Quadrante Europa».

Questo è un tema tanto fondamentale quanto poco noto: «Il ministro Delrio a brescia ha ribadito la ferma volontà di trasferire nel tempo più breve possibile il traffico merci dalla gomma alla rotaia per alleggerire le strade italiane e combattere l’inquinamento. C’è forte determinazione su questo punto».

Sul nodo di Verona però siamo ancora indietro perché «una volta completato il progetto, per far partire i lavori ci vuole un contractor e quindi servono delle offerte. È tutto da definire, speriamo si possa accelerare questa parte nel 2017 così da procedere contemporaneamente con la Brescia-Verona». C’è poi la tratta da Verona a Vicenza e Padova: «L’amministratore delegato di Rfi Gentile è convinto che anche questa tratta si possa cantierare nella seconda metà del 2017 e sarebbe stato recepito il progetto definitivo per il passaggio a San Bonifacio. Le opere, insomma, possono essere cantierabili contestualmente, in modo che fra sei anni sia onclusa buona parte se non tutta l’Alta velocità su questo corridoio».

Un corridoio che attualmente fa conto ancora sulla infrastruttura costruita nel 1860 e che ha visto continui ritardi. «Ci auguriamo che la crisi di Governo non porti ad accumulare altro ritardo per un’opera che era stata annunciata cantierabile nel giugno 2015 ma poi con i problemi di Governo e la vicenda dell’ex ministro Lupi è slittata ancora. Tra Rfi e Cepav 2 l’accordo economico per la Brescia-Verona è già stato raggiunto, quindi altri intoppi non ce ne dovrebbero essere. Non sappiamo ancora quale dei tre lotti partirà per primo, probabilmente quello di Lonato perché la galleria richiede 5 anni di lavori e pare ormai certo, inoltre, che l’uscita da Brescia sarà con quadruplicamento della linea e senza lo shunt ipotizzato per Montichiari».

Maurizio Battista

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