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La riforma

Taglio dei vitalizi
30 veronesi a rischio
«Così è ingiusto»

di Chiara Bazzanella
L'elenco con i nomi
La Camera dei deputati
La Camera dei deputati
La Camera dei deputati
La Camera dei deputati

Interpretata come ingiusta, o accolta invece come rivoluzionaria per una maggiore equità nelle retribuzioni di chi ha preso posto in Parlamento, la proposta di riforma dei vitalizi, per i politici scaligeri, presenta comunque un grande nodo: quello dello retroattività. Il tetto per averlo è 60 anni con due legislature, 65 se si è fatta una legislatura sola. Il testo della riforma, appena approvato a Montecitorio, riguarda ben 30 ex parlamentari veronesi che tuttora percepiscono il vitalizio in base agli anni di mandato parlamentare (vedi sotto). Ora il testo dovrà passare all’esame del Senato, dopo la pausa estiva, ma il dibattito è più che mai acceso anche perché si profila uno scontro sulla legittimità costituzionale di un simile provvedimento con ricalcolo retroattivo.

 

L'ELENCO DEI VERONESI

Sono 30 gli ex parlamentari veronesi (deputati e senatori) che percepiscono il vitalizio tutti i mesi. Eccoli in ordine alfabetico, tra parentesi gli anni di contribuzione.

 

• Remo Andreoli, 2.187,04 euro (5 anni).

• Paolo Bertezzolo, 2.009,35 euro (5 anni).

• Aldo Brancher, 3.213,31 euro (12 anni) già calcolato con il nuovo sistema contributivo.

• Massimo Brugnettini, 2.199,76 (5 anni).

• Giuseppe Ceni, 2.045,15 euro (5 anni).

• Angelo Cresco, 5.190,24 euro (25 anni).

• Paolo Danieli, 5.131,33 euro (20 anni).

• Emilio De Rose, 2.891,33 euro (10 anni).

• Elisabetta Di Prisco, 2.886,41 euro (10 anni).

• Enzo Erminero, 4.571,46 euro (19 anni).

• Wilmo Ferrari, 2.891,33 euro (10 anni).

• Enzo Flego, 3.147,26 (10).

• Gianni Fontana, 5.859,76 (30).

• Aventino Frau, 3.869,86 (15).

• Giuseppe Gaburro, 2.216,39 (5).

• Anna Maria Leone, 2.158,52 (5).

• Benito Pavoni, 2.036,72 (5).

• Gian Maria Pellizzari, 5.183,05 euro (20 anni).

• Valentino Perdonà, 4.217,32 euro (17 anni).

• Ettore Peretti, 4.765,32 (20).

• Francesco Perina, 3.130,59 (10).

• Antonio Piva, 2.891,33 (10).

• Gian Gaetano Poli, 2.893,09 (10).

• Alberto Rossi, 5.143,72 (20).

• Gastone Savio, 3.842,70 (15).

• Gabriele Sboarina, 2.045,15 (5).

• Stefano Signorini, 3.109,51 (10).

• Tiziana Valpiana, 5.131,33 (20).

• Luigi Viviani, 3.106,84 (10).

• Gabriella Zanferrari, 2.061,26 (5)

 

I COMMENTI

L’ex deputato e assessore Dc, ora di area Pd, Wilmo Ferrari: «Temo che in questo modo si rischi di mettere in discussione tutto il sistema pensionistico della Prima Repubblica. Se il Senato lo approva e la Costituzione non lo boccia, tornare indietro sarà difficile e prenderà il via un ampio dibattito sul fatto di estendere il principio di retroattività ad altre categorie».

Per Enzo Erminero, ex deputato Dc, sottosegretario, e già sindaco di Verona «chi ha fatto 5 o 6 legislature prenderà di più di quanto percepisce ora. Credo che sia stato più equo il recente fondo di solidarietà che ha portato a riduzioni del 20 o 30 per cento dei vitalizi più alti».

Roberto Buttura, 70 anni, ex consigliere regionale, quando è entrato a palazzo Balbi, per esempio, ha mollato il lavoro di impiegato in banca. Ora, visto che la proposta di legge interviene anche sui vitalizi dei consiglieri regionali, potrebbe prendere una bella batosta. «Mi ero messo in aspettativa dal lavoro, e avrò quindi una pensione ridotta»

Paolo Bertezzolo, preside per vent’anni del liceo Galilei è stato parlamentare per due anni nell’XI legislatura, quella di Tangentopoli, dove è emerso per il suo impegno proprio in nome della moralizzazione della politica. «Facevo parte del movimento per la democrazia “La rete” fondato da Leoluca Orlando, per contrastare i privilegi dei politici», ricorda. «Non posso quindi che essere d’accordo sul fatto di togliere ogni privilegio da casta, ma il discorso non è così semplice. La riforma appena approvata dalla Camera presenta problemi di costituzionalità.

Iscritta a Rifondazione Comunista fin dalla nascita del partito, Tiziana Valpiana, con tre legislature alla Camera e una al Senato, percepisce un vitalizio di poco più di 5.100 euro al mese ed avendo vent’anni di contributi è tra chi potrebbe persino vedersi riconosciuto un aumento. Eppure il no alla riforma è secco. «Penso che sia tratti di una boutade e già ci sia coscienza del fatto che non si arriverà in fondo», mette in chiaro. «Sicuramente negli anni si sono accumulati meccanismi che hanno portato a vitalizi eccessivi ma in questo modo non ci sarà un effettivo risparmio per le casse dello Stato. Dispiace vedere utilizzare tali spot per darsi quella credibilità che non si ottiene in altro modo».

 Paolo Danieli, tra i fondatori di Alleanza Nazionale, ritiene la riforma palesemente incostituzionale, «un’uscita demagogica giocata tra il Pd e il Movimento 5 Stelle per potersi presentare alle elezioni con un argomento che solletica il consenso popolare».

Luigi Viviani, senatore della Repubblica per due legislature, nella seconda con il ruolo di vicepresidente del gruppo dei Democratici di Sinistra al Senato, si stupisce che il Pd, che dovrebbe avere nel Dna la tutela della politica, faccia sua una proposta di segno populista, che svaluta nell’opinione pubblica l’idea dei politici. «I vitalizi si possono toccare, ma in modo diverso e non così contraddittorio».

 

Per la parlamentare del Pd Alessia Rotta invece «La norma rappresenta la premessa per la ricostruzione di un patto di fiducia fra politici e cittadini».

 

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