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Proposta di riconversione

Svolta per l'Arsenale
Il nuovo piano
cambia gli spazi

L’edificio principale dell’Arsenale (Marchiori)
L’edificio principale dell’Arsenale (Marchiori)
L’edificio principale dell’Arsenale (Marchiori)
L’edificio principale dell’Arsenale (Marchiori)

Svolta per l’Arsenale. Che potrebbe diventare una cittadella dei bambini e della cultura. Aperta a veronesi, visitatori e turisti. Cambia il progetto di riconversione dell’Arsenale Franz Josef I, il gioiello asburgico di Verona, secondo soltanto a quello di Vienna. Con l’obiettivo che sia la volta buona. Visto che un altro decennio è passato senza che nulla si faccia, seguito a 15 anni di idee e masterplan (piano Chipperfield), ma anche la proposta di Rizzani de Eccher e Contec, rimasti sulla carta. Intanto gli edifici vanno in rovina. Come l’archivio comunale del settore edilizia privata, chiuso perché a rischio di crollo.

La palazzina di comando, cioè la facciata che dà verso il ponte di Castelvecchio, verrebbe destinata a sala convegni e a iniziative culturali pubbliche. Quindi perderebbe il suo utilizzo museale. La corte est, cioè tutta l’ala sulla destra, rispetto all’entrata, verrà destinata a spazi e locali per giochi e attività per bambini. Nella parte centrale nella corte ovest e in altre zone negozi e punti ristoro.

A gestire il complesso austriaco - terminato nel 1861 - sarebbe lo stesso soggetto che si candida a ristrutturarlo, dandogli e nuove funzioni. Cioè la Italiana Costruzioni Spa, colosso romano e dell’edilizia e dei lavori pubblici, che ha presentato e depositato in municipio una proposta di project financing insieme allo studio Contec, che già aveva ideato una proposta di riconversione assieme alla Rizzani de Eccher.

La proposta verrà illustrata domani, ad amministratori e tecnici comunali, in un sopralluogo a Monza, alla Villa Reale. Cioè l’edificio di fine Settecento fatto costruire dal governatore di Milano Ferdinando d’Asburgo, che vi risiedette, ristrutturato e gestito proprio la Italiana Costruzioni (altro articolo), con attività e finalità pubbliche accanto a privati.

La società è condotta dai fratelli Attilio e Luca Navarra, figlio di Claudio, imprenditore che quarant’anni fa diede un grande impulso alla storica azienda di famiglia, proiettandole in Italia e nel mondo con grandi costruzioni edili private, appalti pubblici nel settore stradale e impiantistico. Italiana Costruzioni, nel caso diventasse promotore del project financing (dovrà poi confrontarsi con altri progetti) e aggiudicarsi la costruzione, gestirà direttamente per una quarantina d’anni tutto il complesso. Ciò diversamente dal piano Rizzani de Eccher-Contec, che prevedeva una concessione di 99 anni all’azienda, che però ne avrebbe affidata una buona parte ad altri privati. Il che non andava al Comune, che aveva chiesto di ridurre in maniera consistente la durata della concessione.

Rizzani de Eccher e Contec, insieme, avevano ipotizzato il restauro della palazzina di comando per mostre. Quindi il restauro e riconversione della Corte Est, per scuola d’infanzia, locali per mostre e manifestazioni culturali, spazi per giovani per musica e cultura e poi per associazioni e volontariato. Nella corte centrale negozi ed esercizi pubblici, città del gusto, caffè e teatro, formazione e cultura del cibo, design e moda. L’investimento era di 27 milioni e mezzo, di cui 10 più Iva messi dal Comune. Ma ora arriverebbe Italiana Costruzioni.

Enrico Giardini

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