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«Sui monti non abbandonate mai i sentieri»

Un gruppo di escursionsti sul monte Baldo: il soccorso alpino consiglia di studiare prima ogni uscita
Un gruppo di escursionsti sul monte Baldo: il soccorso alpino consiglia di studiare prima ogni uscita
Un gruppo di escursionsti sul monte Baldo: il soccorso alpino consiglia di studiare prima ogni uscita
Un gruppo di escursionsti sul monte Baldo: il soccorso alpino consiglia di studiare prima ogni uscita

Ci vogliono le gambe, ma ci vuole soprattutto la testa. «La montagna è dura, a volte crudele», ripeteva la leggenda dell’alpinismo Walter Bonatti. E per questo per affrontarla va rispettata. Seguendo il buon senso e alcune semplici regole. «Prima di affrontare qualsiasi percorso bisogna studiarlo», ricorda Roberto Morandi, capo della stazione del Soccorso alpino di Verona. Con la bella stagione sentieri e vette si popolano e gli incidenti, come quello tragico in val Daone di ieri, sono ancora troppi. E molti si potrebbero evitare.

PREPARAZIONE E ABBIGLIAMENTO. «Studiatevi il percorso da fare e il meteo previsto. Ma non basta: quando siete sul posto controllate di nuovo le condizioni del tempo», consiglia Morandi, che rammenta: «Per ogni percorso ci vuole l’adeguata preparazione fisica. E mi raccomando: dite sempre a qualcuno dove siete diretti». Ma la cosa più importante, puntualizza, è non abbandonare mai il sentiero. «Se non vedete più i segni rossi e bianchi, piuttosto che proseguire tornate indietro. Perché poi anche per noi diventa complicato raggiungervi». Un’abbondante scorta di acqua, specie su montagne come quelle veronesi avare di torrenti e sorgenti, e almeno qualche barretta energetica. E poi l’abbigliamento: «In montagna il clima cambia rapidamente. So che sembra eccessivo, ma avere sempre con sé un piccolo piumino può essere utile». Le scarpe poi «devono essere alte e proteggere da distorsioni la caviglia. Non quelle calzature da runner che vanno tanto di moda». In montagna si parte presto: per evitare i temporali, più frequenti il pomeriggio, per salire con un clima più mite e per avere più ore di luce in caso di contrattempi.

LA TECNOLOGIA PUÒ SALVARTI LA VITA. Un telefono in montagna può aiutare, soprattutto se si ha bisogno di aiuto. Ma bisogna ricordarsi di caricarlo e bisogna soprattutto saperlo usare: sono tanti i programmi in grado di leggere le coordinate, per comunicarle ai soccorsi. «Georesq», app ufficiale di Cnsas e Cai (prova di 15 giorni gratuita, poi è a pagamento), permette fra le altre cose di fornire costantemente la propria posizione sul sentiero. Ma ci sono anche app gratuite come «Gps Averaging» e «C:geo» che permettono di leggere le coordinate alle quali ci si trova. Anche una cartina digitale può essere utile, «ma è bene», sottolinea Morandi, «averne sempre una cartacea con sè. Quella non si scarica mai». Nel caso ci si ferisca o si perda il sentiero occorre chiamare il 118 («se non prende il telefono, provate a mandare un messaggio a un familiare: quelli prima o poi partono») e attendere i soccorsi. Ci vuole pazienza: su certi sentieri possono passare ore prima che arrivino.

Riccardo Verzè

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