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Strappò l’orologio a un’anziana Condannato a 3 anni di carcere

La vittima di Daniel Miclescu (riquadro) e dei suoi complici è stata un’anziana con il bastoneCarabinieri di Trevenzuolo
La vittima di Daniel Miclescu (riquadro) e dei suoi complici è stata un’anziana con il bastoneCarabinieri di Trevenzuolo
La vittima di Daniel Miclescu (riquadro) e dei suoi complici è stata un’anziana con il bastoneCarabinieri di Trevenzuolo
La vittima di Daniel Miclescu (riquadro) e dei suoi complici è stata un’anziana con il bastoneCarabinieri di Trevenzuolo

Era nel giardino di casa, a Trevenzuolo, quando una macchina si fermò nei pressi del cancelletto. Daniel Miclescu e Simona Paun scesero dall’auto, Petru Ghiocel rimase invece al volante, mentre i complici chiedevano informazioni alla signora anziana che per mantenersi in equilibrio, anche all’epoca, cioè nel 2014, usava il bastone. La avvicinarono utilizzando il metodo più subdolo, approfittando della sua buona fede, per chiederle informazioni su una località e quando la vittima si avvicinò a loro per rispondere le strapparono dal polso l’orologio d’oro. Rapina l’accusa, tre anni e mille euro di multa la condanna che ieri il giudice Rita Caccamo ha inflitto a Miclescu, l’unico che all’esito delle indagini era stato trovato a differenza degli altri due che già in fase di indagini si erano resi irreperibili. Miclescu nel dicembre di quell’anno venne infatti arrestato insieme ad un gruppo di connazionali ritenuti responsabili di una serie di furti e rapine ai danni di persone anziane e commessi non solo nella nostra provincia ma anche nel Vicentino e nella Bassa Padovana. E i carabinieri di Carmignano di Brenta individuarono l’autore. L’episodio di Trevenzuolo si verificò il 25 gennaio di quattro anni fa, la signora ieri, sorreggendosi con il bastone, ha spiegato quel che accadde e che venne chiamata in caserma dove le fecero vedere un album fotografico. La signora non ebbe alcuna esitazione a riconoscere in Miclescu e nella Paun, rumena del 1985, la coppia che quel giorno le chiese una indicazione stradale, un indirizzo, salvo poi rapinarla e fuggire. Nulla invece del conducente: era sempre rimasto in auto e non lo aveva visto in faccia. A lui però risalirono i militari controllando le telecamere di sorveglianza posizionate in diversi punti del paese e incrociando poi i dati con l’indagine dei colleghi. In particolare dai filmati risultava che il giorno della rapina un’auto con targa straniera era transitata in più punti a Trevenzuolo, anche nelle vicinanze dell’abitazione della vittima. Quella macchina era intestata a Ghiocel, poi emerse che i tre si muovevano insieme, Miclescu era il «trait d’union» con la banda di rumeni derubava soprattutto le anziane, spesso abbracciandole, altre volte approfittando della loro debolezza. Lei lo ha riconosciuto. E ieri è arrivata la condanna. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

F.M.

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