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Strage in A4: le inchieste sono due

La carcassa dell’autobus ungherese distrutto dalle fiamme dopo l’incidente di venerdì notte
La carcassa dell’autobus ungherese distrutto dalle fiamme dopo l’incidente di venerdì notte
La carcassa dell’autobus ungherese distrutto dalle fiamme dopo l’incidente di venerdì notte
La carcassa dell’autobus ungherese distrutto dalle fiamme dopo l’incidente di venerdì notte

Due inchieste parallele sul disastro del bus ungherese. Da una parte l’inchiesta veronese e dall’altra quella ungherese.

Non ci sono ancora certezze sull’identità dei deceduti e in due casi neanche sui due ricoverati gravissimi a Borgo Trento, non riconoscibili per le loro condizioni. Potrebbero essere gli autisti, oppure altre persone, sempre di sesso maschile. Per ora non sono arrivati i parenti degli autisti, quindi non c’è materiale biologico di comparazione con i tamponi prelevati ai due pazienti gravissimi.

Il console Judit Timaffy ieri ha detto che tra i 16 morti ci sarebbero 11 studenti e cinque adulti.

Proseguono Anche la polizia magiara ha avviato un’inchiesta sulle cause dell’incidente del bus ungherese che ha preso fuoco dopo essersi schiantato contro un pilone sulla A4 a San Martino Buon Albergo, venerdì notte. E forse potrebbe esserci anche una risposta all’interrogativo che non si sono posti soltanto gli inquirenti, ma chiunque abbia lavorato a questo caso: come sia stato possibile che immediatamente dopo l’impatto con il pilone di cemento l’autobus sia stato avvolto subito da fiamme altissime.

È probabile che nell’impatto il serbatoio dell’autobus sia collassato, disperdendo il gasolio che in presenza anche di una piccola fiammata ha poi fatto esplodere l’incendio. Ma è necessario attendere la relazione-perizia dei vigili del fuoco intervenuti sul posto per avere certezze.

Gli inquirenti ungheresi cercano informazioni anche sulle condizioni tecniche del bus al momento della partenza dall’Ungheria e hanno sequestrato nella sede del noleggiatore Pizolit Bus srl tutta la documentazione al riguardo.

Vogliono conoscere ogni dettaglio di quell’autobus che trasportava gli studenti, quale manutenzione e in che tempi sia stata fatta. Riparazioni, chilometraggio. Anche sugli autisti verranno fatte indagini.

Intanto nel Paese è stato proclamato il lutto nazionale.

Ieri pomeriggio in Procura c’è stato un secondo briefing tra gli inquirenti e il magistrato che coordina le indagini, oltre al procuratore reggente. Hanno partecipato anche l’ambasciatore ungherese e alcuni suoi collaboratori. Nel frattempo prosegue la fase più urgente, quella di dare un’identità a tutte le vittime per poterle rimpatriare.

È stato dato inoltre incarico a un legale veronese affinchè segua le indagini per conto di tutte le vittime.

«La priorità in questo momento è di dare un nome alle persone decedute nella tragedia», ha detto il comandante della polizia stradale veronese Girolamo Lacquaniti, «un compito, quello dell’identificazione certa, non facile viste le condizioni di alcuni cadaveri carbonizzati dal fuoco che ha ridotto il pullman a una carcassa di lamiere.

E ha aggiunto: «In molti casi è stato necessario procedere all’esame del Dna da comparare con quello dei familiari che sono giunti già da sabato da Budapest o con quelli che non hanno potuto muoversi dalla capitale ungherese. L’incendio ha distrutto tutto ciò che c’era, anche documenti, bagagli, libri di viaggio. È una fase molto delicata, non possiamo permetterci errori». A dare una mano nell’identificazione anche un esperto genetista inviato da Roma. Tutte le autopsie sono già state eseguite.

Alessandra Vaccari

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