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«Strachi», allo studio le copie moderne

Rendering di ponte Garibaldi con le statue degli «strachi»
Rendering di ponte Garibaldi con le statue degli «strachi»
Rendering di ponte Garibaldi con le statue degli «strachi»
Rendering di ponte Garibaldi con le statue degli «strachi»

Nessuno standby per i «Ragazzi della via Paal», il gruppo di professionisti che da qualche anno sta promuovendo il ritorno delle statue sui quattro lati di Ponte Garibaldi. I gruppi marmorei, noti ai veronesi come «stràchi» per la loro posizione sdraiata, erano stati scolpiti da Ruberto Banterle e sono andati irrimediabilmente perduti durante la ritirata tedesca nell’aprile 1945. Le statue raffiguravano l’agricoltura, il condottiero, la madre e il nocchiero. «L’intenzione è di rimetterle al loro posto», dice Massimo Rosa che con Francesco Turozzi, Fabrizio Sordi e Luigi De Paoli segue il progetto. «Meglio è dire che stiamo cercando di rifarle, anche in chiave moderna con la proposta di una loro rievocazione attraverso un progetto che si ispira alle sculture originali». «É una delle attese dei veronesi», continua. «Auspichiamo che il nostro progetto possa continuare come nel recente passato».

«É il momento», dice Rosa, «di dare vita alla parte tecnica della proposta con uno studio di fattibilità del progetto di ricollocare i quattro gruppi marmorei che furono inaugurati nel 1935. Abbiamo interpellato uno scultore per avere una prima “dimensione” della stessa proposta e, quindi, conoscere il peso di ogni singola statua e il costo per la sua creazione. Un prossimo passo sarà il confronto con l’Ufficio tecnico del Comune per conoscerne la fattibilità in relazione alla possibilità del ponte di sostenere il peso dei gruppi marmorei. Per questo desideriamo incontrare il nuovo sindaco Federico Sboarina e l’assessore alla Cultura Francesca Briani». «Il nostro progetto è stato seguito da molti cittadini», prosegue Rosa. «È un fatto culturale per l’intera città, che piace e coinvolge».

Lo scorso settembre, quattro giovani sub si sono tuffati sotto Ponte Garibaldi alla ricerca di possibili tracce dei gruppi marmorei ma non fu ritrovato alcun pezzo riconducibile alle statue, come una testa o una mano. A seguire la discesa nell’Adige di Corrado Fiorio, Masha Kononova e Claudio Cortese appoggiati dall’associazione Verona Rafting furono numerosi cittadini e, persino, qualche testimone delle statue al loro posto. Tra questi, a riportare un vivo ricordo dei quattro gruppi marmorei era Bruno Perbellini, classe 1927, con in mano alcune foto del ponte appena distrutto dai tedeschi. In una vi si scorge un particolare inedito: il gruppo del nocchiero ancora al suo posto dopo l’esplosione delle mine. Qualche mese prima era stato ritrovato il calco della testa della «madre» nell’antica corte Ca’ Trentini Banterle nel Comune di Berlfiore, mentre attorno al gruppo dell’«agricoltura» si rincorsero alcune ipotesi che lo volevano traslato altrove, forse in qualche parco di una villa veneta. C’erano indizi che potesse essere nel parco di una villa a San Pietro Incariano. Ma non è giunta finora alcuna conferma.M.CERP.

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