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Stop all’Arsenale e risorse all’Arena

L’ingresso dell’Arsenale: sul futuro si attende ancora un progetto definitivo
L’ingresso dell’Arsenale: sul futuro si attende ancora un progetto definitivo
L’ingresso dell’Arsenale: sul futuro si attende ancora un progetto definitivo
L’ingresso dell’Arsenale: sul futuro si attende ancora un progetto definitivo

Arsenale, si volta pagina. La Giunta ieri ha licenziato la proposta di delibera, che passerà al vaglio del Consiglio comunale nella seduta di mercoledì, con cui si chiede la revoca della pubblica utilità al piano di riconversione in project financing da 45 milioni, che così viene di fatto cancellato, proposto dalla società Italiana Costruzioni.

Tale piano era stato votato il 30 novembre, al termine di un dibattito dai toni accesi. Buona parte dei 14,5 milioni impegnati dal Comune a tale scopo sarà ora utilizzata per opere di manutenzione dell’Arena (9 milioni) e per interventi «di messa in sicurezza» delle strade (un milione e 50mila euro). Il resto rimarrà per l’Arsenale.

La decisione della Giunta è stata illustrata dall’assessore all’Urbanistica Ilaria Segala. «Nel project financing», sostiene, «abbiamo rilevato varie problematiche, a nostro parere si trattava di un centro commerciale camuffato, poiché in quel sito non si può costruire una grossa struttura di vendita». Nelle scorse settimane, la Giunta aveva sospeso l’iter del project, in attesa dell’esito del ricorso al Tar da parte del Comitato Arsenale e di Legambiente sulla variante urbanistica. Pronunciamento che difficilmente arriverà entro fine anno.

Secondo Palazzo Barbieri l’annullamento della deliberazione da parte del giudice amministrativo «comporterebbe il verificarsi della condizione di mancata approvazione». Inoltre, nell’atto di indirizzo approvato lo scorso 7 agosto, si sottolinea che «il proseguimento della procedura resta condizionato all’esito delle operazioni di monitoraggio delle acque di falda» per accertare se è necessaria una bonifica.

Un secondo ricorso al Tar, a tale riguardo, è stato presentato da Italiana Costruzioni, secondo la quale lo stop di Palazzo Barbieri sta pregiudicando il progetto, a fronte delle spese già sostenute per la progettazione. Nel decidere la revoca della pubblica utilità, ammette l’assessore, il Comune ha messo in conto che i privati ricorreranno alle vie legali per chiedere il risarcimento di eventuali danni.

Dopo una prima proposta presentata il 18 marzo 2016, Italiana Costruzioni, nel luglio di quell’anno, aveva messo a punto un nuovo piano che prevede una concessione di 50 anni per un costo complessivo di 45 milioni a carico del concessionario.

«Lo spostamento di risorse per l’Arena», sottolinea il sindaco Federico Sboarina, «è un provvedimento che risponde a una necessità reale, non dimentichiamo che l’anfiteatro ospita fino a 13mila persone a serata». Nella delibera si cita una nota della Direzione edilizia monumentale che evidenzia la necessità di intervenire «per porre rimedio alle copiose infiltrazioni di acque meteoriche che dalle gradinate percolano nei sottostanti arcovoli e gallerie». Inoltre si sottolinea che gli impianti elettrici e antincendio sono «obsoleti e non rispondenti alla vigente normativa».

Messa una croce sul piano di recupero che rappresentava il fiore all’occhiello dell’amministrazione Tosi, l’assessore Segala annuncia un nuovo progetto preliminare «entro la fine dell’anno» e che nel prossimo bilancio triennale per l’Arsenale saranno destinati altri 14 milioni. E sulla destinazione dell’ex caserma austriaca, dice che «si sta valutando di trasferirvi il museo di Storia naturale». Ma, aggiunge, «questa non è l’unica opzione perché andrà presa in considerazione una strategia generale di tutta la realtà museale». Le decisioni, afferma, saranno prese da una «commissione ad hoc che lavorerà in concertazione con la città, come si è fatto per la caserma Passalacqua». L’ipotesi, conclude, è di intervenire a stralci. E a tale proposito, conclude, «sono già stati esaminati alcuni scenari, ma ancora non sono state prese decisioni». E.S.

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