Oltre ai ragazzi rientrati ieri sera da Monaco, sono 200 quelli a Cracovia già da qualche giorno, accompagnati dal direttore del Cpg, don Nicola Giacomi. Altri stanno ancora percorrendo l’itinerario, come l’ardimentosa squadra in bicicletta composta da una ventina di veronesi e padovani, o i due altrettanto ardimentosi drappelli scaligeri: l’uno a piedi sui 120 chilometri tra Czestochowa e Cracovia, l’altro in canoa nella regione dei Grandi Laghi cari a San Giovanni Paolo II.
Infine, gli ultimi 950 giovani partiranno questa mattina, su una ventina di pullman, dal quartiere Stadio. Insomma, la minaccia del terrorismo non ferma la maggior parte dei pellegrini veronesi.
«Fatta eccezione per il gruppo che si trovava a Monaco di Baviera, non c’è alcun motivo perché il resto dei nostri ragazzi rinunci alla Gmg», commenta infatti don Giacomi da Cracovia. «Come abbiamo notato fin dal nostro arrivo, in Polonia le misure di controllo allestite intorno alla grande manifestazione sono molto severe e scrupolose. Prima di partire, inoltre, avevamo chiesto consiglio alla questura e agli altri organi di sicurezza, che ci avevano tranquillizzati. Gli eventi di massa sono più tutelati dei luoghi di ritrovo quotidiani». E aggiunge: «Qui l’atmosfera di accoglienza e amicizia è meravigliosa», ricordando l’opportunità per chi lo vorrà di partecipare al viaggio-flash in pullman nel prossimo fine settimana, momento clou della Gmg, per l’incontro, la veglia e la messa con Papa Francesco.
Chi di loro invece non se la sentirà, dopo il trambusto e lo spavento vissuti a Monaco, potrà partecipare a una Gmg «parallela» in Lessinia, a Campofontana, dove si trova la Casa diocesana che d’estate ospita i campi scuola Saf per adolescenti. Da lì i ragazzi avranno la possibilità di guardare in diretta l’incontro dei giovani col Papa, e viverlo pur a distanza.L.CO.