<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Spesa, l’autunno raffredda i prezzi

Salgono lentamente i prezzi al consumo
Salgono lentamente i prezzi al consumo
Salgono lentamente i prezzi al consumo
Salgono lentamente i prezzi al consumo

L’autunno raffredda i prezzi. Anche a Verona, analogamente a quanto accaduto a livello nazionale, la corsa al rialzo del carrello della spesa ha subito nelle ultime settimane una battuta d’arresto.

I segnali di rallentamento sono palesi anche nella periodica rilevazione de L’Arena sui banchi della grande distribuzione veronese, un canale entro il quale avviene ormai più del 90 per cento degli acquisti dei generi di prima necessità. A calare rispetto all’estate sono soprattutto i prezzi dell’ortofrutta, anche in maniera vistosa come nel caso delle banane e degli ananas, quindi di quella da importazione. Scendono però anche i prezzi dell’uva da tavola e degli agrumi (limoni -10%) mentre come da previsione salgono parecchio quelli di mele e pere, mediamente più care del 10 per cento rispetto all’anno scorso.

LA CONFERMA del raffreddamento dell’inflazione arriva anche dall’Istat. L’istituto di statistica nazionale fotografa in settembre una diminuzione dello 0,3 per cento su base mensile e un aumento dell’1,1 per cento rispetto a settembre 2016 (era +1,2% ad agosto). La leggera frenata è ascrivibile per lo più al rallentamento dei prezzi dei servizi di trasporto e a quelli dei beni energetici, meno a quelli alimentari. In generale, la stagnazione dei prezzi è più palese nel nord Italia, meno al centro-sud. Bolzano si conferma la città dai prezzi molto dinamici e con i rincari più elevati (+2,4% rispetto ad un anno fa), sebbene inferiori rispetto a quelli registrati in agosto, seguita da Milano e Trento. Al contrario a Milano, Venezia e Roma l’inflazione è cresciuta di più in settembre che in agosto. A Verona sta accadendo il contrario.

MEGASTORE. Tanti sono stati i motivi della febbre estiva del cartello dei prezzi di Verona. Dalle recenti, nuove aperture di grandi megastore come Adigeo ed Esselunga alla presenza turistica in città e provincia, salita in estate del 15 per cento rispetto all’anno scorso.

IL CARRELLO VERONESE. Tornando al carrello «veronese» il nostro paniere relativo alle rilevazioni di settembre fotografa una situazione di sostanziale stabilità rispetto all’estate. Non c’è, al momento, la tradizionale ripresa inflativa tipica dell’autunno legata all’aumento dei consumi dell’ultima parte dell’anno. In generale, su 30 prodotti selezionati nel nostro paniere ben 16 registrano prezzi in calo; ad agosto erano solo cinque. Proseguono la salita degli scorsi mesi i latticini, direttamente influenzati dal costo del latte crudo alla stalla, cresciuto di oltre il 17 per cento rispetto a 12 mesi fa (0,39 euro al litro). Si apprezzano di conseguenza burro e formaggi, soprattutto quelli freschi. Il primo, soprattutto, sta risalendo a vista d’occhio (+30% in meno di sei mesi) con conseguenze scontate sul costo dei prodotti dolciari, dalle merendine ai lievitati da ricorrenza. Quanto agli stagionati, Grana e Parmigiano Reggiano (circa 3 euro il differenziale tra i due) prezzano oggi circa il 15 per cento in più rispetto a 12 mesi fa.

IN LEGGERA RIPRESA è la carne, il genere alimentare che negli ultimi anni ha visto le oscillazioni più contenute. I tagli di bovino vedono aumenti mensili contenuti, inferiori all’1% così come quelli di suino. Sostanziale stabilità anche per i salumi.

Anche il pane mantiene stabili i prezzi. In panificio, la pagnotta fresca più cara è oggi a Milano, dove il costo medio al chilo di quello «comune» è di 3,94 al chilo, mentre a Verona scende a 2,9.

Prosegue poi il silenzioso aumento del prezzo della tazzina di caffè espresso al bar. Quasi la metà degli esercizi della città chiede ormai 1 euro e 10 centesimi; tale dinamica ha elevato il costo medio dell’espresso veronese a 1,05 euro rispetto all’euro netto di un anno fa. Aumento non supportato per altro dal costo della materia prima, visto il calo del 20 per cento registrato dal caffè crudo negli ultimi 12 mesi.

Gli esperti evidenziano infine la ripresa dei prezzi dei beni energetici, quindi dei trasporti. Tutto ruota attorno al valore del petrolio, stabilmente attorno ai 51-52 euro al barile, leggermente più alto rispetto agli ultimi mesi del 2016. Sul fronte dei carburanti, a Verona un litro di benzina verde costa mediamente 1,45 euro mentre il gasolio è attorno agli 1,33, il 5 per cento in meno rispetto alla media nazionale. Rispetto alla terza decade di ottobre dell’anno scorso, l’aumento è del 4 per cento circa.

Alessandro Azzoni

Suggerimenti