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SCOPERTA ALLE TORRICELLE

Sotto la pizzeria
spuntano
antiche grotte

Gli speleologi impegnati nella esplorazione della rete di cunicoli
Gli speleologi impegnati nella esplorazione della rete di cunicoli
Sotto la cantina spuntano antiche grotte (Foto Marchiori)

Sistemano la cantina e scoprono una «grotta», forse medievale. Un’eccezionale scoperta archeologica in viale dei Colli venuta alla luce durante i lavori nei locali interrati dell'Osteria Pizzeria & Lounge Bar San Mattia. Tra i reperti una sorgente fa pensare a un luogo di culto, anche se probabilmente si tratta «solo» di un’opera di raccolta delle acque che scendono dalle Torricelle, come ne sono state rinvenute altre sull'altro versante.

LA DATAZIONE è un’ipotesi: l'Antica Roma sarebbe quella più affascinante. Ma il percorso interrato che porta a due locali mostra i segni del tempo e per il gruppo di appassionati dell'Unione speleologica veronese, che per primo è sceso nelle «grotte», si tratta di un manufatto perlomeno medioevale.

«Abbiamo rilevato», spiega il geologo Guido Gonzato, «un’opera di captazione idrica che verosimilmente risale a molti secoli fa. Ciò si deduce dallo spessore delle concrezioni, cioè dalle formazioni calcaree che forma il carbonato di calcio. La presenza di acqua in questa zona è determinata da una deposito di marne di Priabona, un calcare con un po' di argilla che prima la trattiene e poi la rilascia. Non c'è molta acqua», prosegue, «ma è costante. Quasi certamente quest'opera è stata creata quando era forte la necessità di avere dell'acqua a disposizione sfruttando ogni più piccola fonte. Quindi, non in tempi moderni».

CON GONZATO il gruppo composto dagli speleologi Michele De Guidi, Zeno Bresciani e Roberto Chignola ha ispezionato le aree accessibili, ma ce ne sono altre che saranno indagate a breve. «Abbiamo percorso», dice Bresciani, «prima un piccola condotta e poi siamo entrati in due stanze allagate: una con una profondità di circa un metro». «Una delle salette», aggiunge Chignola, «possiede una volta a botte e su due lati ci sono altrettante “panche” in roccia». Il richiamo è ad una costruzione che potrebbe andare al di là della «semplice» opera di canalizzazione delle acque.

DI CERTO non si tratta di un luogo termale. «Forse», continua Chignola, «siamo in presenza di una sorgente che in passato aveva una certa importanza e in epoche antiche questo poteva essere associato ad un piccolo tempio». Un inquadramento storico preciso sarà compito di archeologi e storici, intanto la struttura è «insolita», afferma Marco D'Ascoli che lavora nel locale e per primo ha raggiunto la stanza con le panche in pietra. «Se serviva a raccogliere le acquee non si spiega una struttura così complessa. La scoperta è stata del tutto casuale: nel sistemare la cantina ho notato un foro nel muro e mi sono calato all'interno».

LA GALLERIA è interamente scavata a mano ed è alta circa un metro e mezzo. Non c'è alcuna presenza di scritte anche se l'utilizzo in tempi recenti è testimoniato da alcuni isolatori elettrici ritrovati anche in un rifugio antiaereo in via Tirapelle.

Nella stanza d'ingresso utilizzata come cantina c'è una nicchia e la stanza conserva un vero e proprio mistero: uno scavo a forma di cono che sale in superficie. Al suo interno non ci sono finestre.

C'è, invece, un piccolo «foro» dove lo scavo termina che sembra non aver alcun significato. «Un cono pressoché identico», dice D'Ascoli, «si trova all'interno della cripta conservata nel ristorante San Matteo, vicino a Porta Borsari».

LA FORMA scavata nella roccia è difronte ad un altro particolare: un arco di mattoni che conduce ad una vecchia scala.

«Questi reperti», commenta Lorenzo Donadel che con Mattia Peroni e Marco Pittalunga gestisce il locale, «valorizzano ulteriormente la nostra attività. Siamo disponibili ad accogliere anche studenti interessati a proporre una tesi di laurea. Faremo conoscere presto quanto trovato “sotto i nostri piedi” con una mostra dove si potranno vedere alcune fotografie dei reperti e sarà possibile conoscere il rilevamento topografico.

«L'evento lo terremo nel nostro spazio esterno e sarà aperto a tutti».

Marco Cerpelloni

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