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«Sono la morosa di Tosi, ma
voglio i voti per le mie capacità»

Flavio Tosi e Patrizia Bisinella, candidata sindaco, intervistati da Maria Latella su SkyTg24
Flavio Tosi e Patrizia Bisinella, candidata sindaco, intervistati da Maria Latella su SkyTg24
Flavio Tosi e Patrizia Bisinella, candidata sindaco, intervistati da Maria Latella su SkyTg24
Flavio Tosi e Patrizia Bisinella, candidata sindaco, intervistati da Maria Latella su SkyTg24

«Sono convinto che i 200mila veronesi che l’11 giugno andranno alle urne non voteranno Patrizia Bisinella perché è la morosa di Tosi, ma la voteranno se li saprà convincere, dimostrando di poter essere competitiva come sindaco». Ad affermarlo è il sindaco Flavio Tosi, ospite, insieme alla sua compagna, de “L’Intervista” di Maria Latella, andata in onda ieri su Sky Tg24.

«Abbiamo fatto una scelta di continuità», rimarca il sindaco uscente dicendosi ottimista sull’esito delle elezioni. E spiega: «Si ricandidano nove assessori su dieci, 19 consiglieri comunali stanno dalla stessa parte, quindi significa che l’amministrazione comunale uscente si ripresenta». Poi confessa: «Non ci ho dormito di notte per quattro notti per questa scelta, ci ho pensato perché sapevo che la critica sarebbe stata che Patrizia è la mia morosa».

Anche la senatrice Bisinella parla di «scelta faticosa». E sottolinea: «I nomi a disposizione erano tanti, ma la scelta è stata fatta in base alla competenza non certo per motivi personali, i veronesi valuteranno le mie capacità. Vorrei che i veronesi lo capissero che sono candidata per meriti propri». E aggiunge: «Chi mi conosce e conosce il mio percorso e la mia serietà, non mi attacca. E a quelli che fanno politica con gli insulti non rispondo nemmeno, si qualificano da soli». Non mancano accenni alla vita privata, con l’annuncio di nozze imminebnti. «Entrambi», sottolinea Tosi, «siamo separati in attesa di divorzio». «Ma anche i nostri ex», assicura lei, «mi voterebbero».

All’intervista, che ha per teatro il giardino della loro casa di Marzana, partecipano in coppia. «Gli statunitensi», aggiunge Tosi, «non hanno votato Hillary Clinton perché era la moglie del presidente, l’hanno votata o non votata, per le sue capacità, per come si pone, per la sua esperienza». E ribadisce la sua intenzione di restare in Consiglio comunale: «In Giunta, o come vicesindaco, sarei una figura ingombrante, a me interessa che i progetti iniziati siano portati a termine, ce lo chiedono i cittadini tutti i giorni».

Il discorso, poi, va sulla nuova contestata legge, in discussione in Parlamento, sulla legittima difesa. «Una legge nata male, ed è stato fatto un pasticcio per mediare e quindi ne è uscita questa cosa, che di notte ci si può difendere e di giorno no. Io», torna a ripetere Tosi, «ho una pistola sul comodino, ma non perché sono per il far west, ho le inferriate e l’allarme e spero che nessuno mai mi entri in casa, come spero di non dover sparare a qualcuno. Se qualcuno però mi entra in camera di notte, devo difendermi, me e lei... Il problema», prosegue, «è a monte: Dovrebbe esserci una norma che dice che, se vai a rubare a casa di qualcuno, fai cinque anni di galera e te li fai tutti. Se lo fai la seconda volta ne prendi venti, e li fai tutti. Vorrei vedere quanti andrebbero a rubare». Dello stesso parere Patrizia Bisinella: «Non mi piace questo testo, lo trovo inadeguato. Non chiarisce l’aspetto principale, che è dare certezza alle persone che, se vengono aggredite a casa loro, non devono passare guai giudiziari per dimostrare di essersi difesi, la difesa è sempre legittima...».

Discorsi che sembrano usciti dalla bocca di Matteo Salvini, osserva l’intervistatrice. «Io sono coerente e dico le stesse cose di quando ero nella Lega», esclama Tosi. «Dicevo e continuo a dire che è sbagliato uscire dall’euro... Salvini ha fatto una scelta demagogica e populista che piace a una parte dell’elettorato, per prendere voti, non sicuramente per vincere».

E alla domanda se invocherebbe la stessa severità con il banchiere Zonin risponde: «Il problema è che sia per Veneto Banca che per la Popolare di Vicenza che per Mps, come per le altre banche crollate o fallite, alla fine passeranno cinque o dieci anni e non verrà condannato nessuno poiché il sistema italiano è tale che c’è un rimpallo di responsabilità».

Tosi, chiede la giornalista di Sky, potrebbe diventare «il Macron italiano»? «L’Italia», afferma la senatrice, «ha bisogno di persone pragmatiche, auspico che nel centrodestra prevalgano proposte liberali e moderate, senza copiare modelli che non ci appartengono e inseguire un lepenismo che non ha ragioni storiche, culturali e politiche. Forza Italia», prosegue, «rappresenta i valori di un centrodestra popolare, pragmatico e liberale, deve abbandonare gli estremismi alla Salvini». E circa la possibilità di fondare un nuovo partito di centrodestra, Tosi sostiene: «Se tutti noi come centrodestra, anziché continuare a dividerci, ci mettessimo insieme e avessimo l’intelligenza di proporci uniti, allora l’elettorato moderato di centrodestra pragmatico gli italiani ci voterebbe, perché direbbe che è nato un soggetto politico credibile. Se ti presenti sparpagliato in quindici formazioni non ti vota nessuno, perché non sei credibile». Poi mette in chiaro: «Adesso mi candido a Verona e resterò qui, perché mi sono preso questo impegno... In passato ho già rinunciato al Parlamento europeo e al Consiglio regionale».

E sul referendum per l’autonomia del Veneto che si svolgerà il 22 ottobre, la candidata sindaco taglia corto: «Voterò sì, anche se è tutta fuffa perché non avremo né più risorse né più competenze». Dice che voterà sì anche il sindaco uscente: «Ma sapendo che avremo speso 14 milioni per fare il più costoso sondaggio della storia».E.S.

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