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Sono indipendenti e «10 Volte Meglio» in corsa per Roma

Il gazebo di 10 Volte Meglio ieri pomeriggio in via Roma MARCHIORI
Il gazebo di 10 Volte Meglio ieri pomeriggio in via Roma MARCHIORI
Il gazebo di 10 Volte Meglio ieri pomeriggio in via Roma MARCHIORI
Il gazebo di 10 Volte Meglio ieri pomeriggio in via Roma MARCHIORI

Turismo, educazione e innovazione. Sono le priorità «per costruire un’Italia migliore» del gruppo politico #10VolteMeglio che ieri ha cominciato la raccolta di firme per potersi presentare alle elezioni del 4 marzo. «Siamo indipendenti dagli schieramenti e puntiamo a presentarci in tutti i collegi» fa sapere il referente veronese Alessandro Catazzo. «In alcune regioni abbiamo già raccolto le firme necessarie e anche a Verona stiamo registrando una buona adesione». La nuova formazione nasce nel mondo delle imprese. È stato l’imprenditore veronese Andrea Dusi, lo scorso 26 settembre, a dar vita al progetto. «Non siamo professionisti della politica e siamo totalmente autofinanziati», sottolinea Catazzo. «L’idea che ci guida è rendere il nostro Paese dieci volte meglio in una decina di anni». I dieci punti su cui si punta vanno dalla «ricerca della felicità per riportare le persone al centro della politica» alla «creazione di tre milioni di posti di lavoro nelle tecnologie emergenti», dall’abbattimento della pressione fiscale sulle imprese all’educazione, dall’impulso alla meritocrazia alla valorizzazione del turismo, dall’attenzione per ambiente, energia e trasporti, al rilancio del Sud con «investimenti in formazione, sanità, turismo e innovazione» fino alla digitalizzazione «per colmare il divario tecnologico con l’Europa». «Punti prioritari sui quali intervenire subito», aggiunge Catazzo, «sono il turismo, visto che il nostro è il Paese con il maggior numero di siti Unesco al mondo, il ripensamento del modello educativo con l’introduzione del bilinguismo e l’innovazione tecnologica supportata da una riforma sulla tassazione per incentivare gli investimenti. Vogliamo dare la speranza di tornare a ricercatori e scienziati che si sono visti costretti a trasferirsi all’estero». • E.S.

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