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Soldi a Veronetta, è l’ultimo appello

L’ingresso del compendio ex militare della Santa Marta a Veronetta
L’ingresso del compendio ex militare della Santa Marta a Veronetta
L’ingresso del compendio ex militare della Santa Marta a Veronetta
L’ingresso del compendio ex militare della Santa Marta a Veronetta

Linea dura. E ultimo appello per portare a casa il risultato. Cioè riavere i 18 milioni del Bando periferie per la riqualificazione di Veronetta già assegnati dallo Stato a Verona, ma sospesi dall’emendamento al decreto “milleproroghe” approvato al Senato. Scatenando la rivolta di sindaci e amministratori dei 96 Comuni, tra cui quello scaligero, che avevano già stipulato convenzioni con altri enti o privati e pagato progetti per restauri e riconversioni. Ottenendo in totale finanziamenti per un miliardo. IN VENETO si corre ai ripari. Così questa mattina, a Venezia, nella sede municipale di Ca’ Farsetti, il sindaco lagunare Luigi Brugnaro ospita un incontro con i suoi colleghi dei capoluoghi veneti interessati dai tagli - tra cui quello di Verona Federico Sboarina - per elaborare insieme una linea per riavere i soldi. Va ricordato che il “mille proroghe” dovrà passare al voto della Camera ed è in previsione di ciò - e della possibilità di modificarlo sul tema Bando periferie - che i sindaci si muovono. «A noi interessa recuperare i soldi, visto che il progetto per Veronetta è strategico per la nostra città, e quindi cercheremo la soluzione migliore», dice Sboarina. VERONA AVEVA partecipato al Bando chiedendo al Governo di finanziare tre lotti d’intervento a Veronetta e riguardanti per il lotto 1 il compendio dell’ex caserma Santa Marta, con il recupero de silos di Levante, destinato a servizi universitari, quindi la Casa del Capitano, per servizi sanitari con poliambulatori, e poi la guardiania, per la sede della delegazione Centro della Polizia municipale e spazi ad associazioni. Per il lotto 2 il recupero di Palazzo Bocca Trezza, per uffici comunali e spazi per servizi sociali e di quartiere. Per il lotto 3 un campus universitario nel compendio ex caserma Passalacqua, con impianti sportivi, parchi e parcheggi per il quartiere. Costo complessivo previsto per i lavori 36 milioni 480mila euro, di cui 18 milioni inerenti gli interventi con contributo statale riguardanti i lotti 1 e 2. E i 18 milioni sono stati finanziati. L’incontro di Venezia sarà però anche un banco di prova su questioni politiche. Già perché nei giorni scorsi i parlamentari veneti della Lega - partito che guida il Governo, la Regione e anche il Comune di Verona, alleato al centrodestra - avevano subito contrattaccato alle critiche dell’opposizione. In particolare i parlamentari veneti del Carroccio, denunciavano «il grave errore commesso dal Pd, stoppato dalla Corte Costituzionale che ha dichiarato l’incostituzionalità del comma 140, dell’articolo 1 della legge 232 del 2016, in quanto non prevede un’intesa con gli enti territoriali in relazione ai settori di spesa rientranti nelle materie di competenza regionale. Solo il 15 per cento dei progetti del Bando periferie risulta immediatamente esecutivo». ECCO PERCHÉ, «il Governo ha deciso di posticipare 96 progetti dei Comuni capoluogo e delle città metropolitane sul Bando periferie. Un emendamento votato all’unanimità da tutti i gruppi al Senato. Così il Governo ha liberato due miliardi per tutti i Comuni che vantano avanzo di bilancio, e potranno così investire in servizi ai cittadini». Sono soldi bloccati dal Patto di stabilità. A Verona 107 milioni. «Allo stesso tempo», ha rilevato la Lega, «le opere di alto valore già in progetto potranno comunque essere recuperate attraverso il riutilizzo di questi fondi che saranno stanziati, sentite le Regioni e la conferenza Stato-Regioni». Sboarina: «Vedremo se chiedere di modificare l’emendamento in vista del passaggio alla Camera o se far blindare i soldi: in ogni caso faremo di tutto per riaverli». •

Enrico Giardini

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