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La lettera

Soccorso in strada
«Grazie a chi mi ha
salvato la vita»

Il pronto soccorso di Borgo Trento
Il pronto soccorso di Borgo Trento
Il pronto soccorso di Borgo Trento
Il pronto soccorso di Borgo Trento

Di seguito la lettera inviata al nostro giornale da un lettore, salvato da una passante e dal personale medico dopo un infarto in bicicletta.

 

 

Vorrei raccontare questa mia disavventura per ringraziare quanti mi hanno aiutato, soccorso e salvato. Svegliarsi con la faccia piena di sangue, a terra sull’asfalto gelato, non è una bella sensazione. Specialmente se non sai come sia accaduto. Lo sai dopo, quando, per tua fortuna, arriva l’auto medica chiamata da una signora dell’ Est che si è fermata a soccorrerti: hai avuto un infarto e, cadendo pesantemente di faccia, ti sei spaccato il naso.

 

Nella sfortuna, hai potuto fruire di varie coincidenze positive: hai trovato qualcuno che ti ha soccorso; al Pronto soccorso, dopo una breve esitazione, hai avuto la fortuna di trovare la dottoressa Ferraro che ha capito la gravità della situazione e ti ha comunicato, gentilmente, che saresti stato operato immediatamente dal professor Ribichini, di cui, una volta steso sul lettino di emodinamica riesci ad intravvedere solo la mascherina e a sentire la voce.

È simpatico, il professore, lo capisci da come ti parla (di bicicletta, naturalmente) e dalla cordiale ironia con cui interloquisce con i collaboratori che lo assistono. Sei intontito dalla botta, dall’anestesia e dal calmante che hanno dovuto iniettarti per fermare il tremito che scuoteva persino il lettino, ma capisci che sei nelle mani di un signor professionista, che agisce con precisione e velocità.

Un po’ di nausea e di bruciore nel momento topico dell’inserimento dello stent e poi sai che sei ancora vivo e potrai raccontare anche questa storia. Cominci a raccontarla ai due amici cardiologi che ti vengono a trovare appena finito l’intervento, il dottor Girardi e il dottor Pesarini e, poi, il dottor Destro, che ti ha avuto in cura già 21 anni fa.

 

Sono stato a Borgo Trento una decina di giorni, nel reparto di cardiologia. L’ospedale non è certo un albergo per vacanze, eppure ne conserverò un buon ricordo. Se non fosse per l’infelice ricorrenza, direi anche ottimo.

Ci lamentiamo in continuazione di molte cose che non vanno, ma è giusto dire anche di quelle che vanno bene. Il reparto cardiologia di Borgo Trento è una di queste.

A partire dall’unità coronarica, con le infermiere sempre pronte e gentili (e Marco, l’infermiere/esperto letterario, che mi ha consigliato un libro con la competenza di un autore) e per finire al reparto di Cardiologia, nel settore diretto dal bravo dottor Cacici, la cui umanità è pari alla competenza e che ha saputo creare uno splendido clima tra tutto il personale, a partire dal gruppo di giovani medici specializzandi (il dottor Ederle in primis) e fino al personale infermieristico, la cui professionalità è enormemente cresciuta in questi 20 anni.

 

Credo che dobbiamo essere fieri, noi veronesi, di avere una sanità così efficiente ed avanzata. Io lo sono e voglio pubblicamente ringraziare tutti coloro che mi hanno assistito in questi giorni e mi hanno permesso di tornare, un po’ acciaccato ma vivo e vegeto, a casa tra le persone che mi vogliono bene.

 

Giuseppe Merlin

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