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Il bilancio dell'attività Cnsas nel Veneto

Soccorso alpino,
meno interventi
ma più morti

Il bilancio dell'attività Cnsas nel Veneto
La presentazione dell'attività Cnsas Veneto
La presentazione dell'attività Cnsas Veneto
Interventi del Soccorso Alpino

È stato presentato oggi  in Provincia il bilancio dell'attività svolta dal Soccorso alpino speleologico del Veneto nel 2017. Lo scorso anno, il Cnsas Veneto, in stretta sinergia con le centrali operative del Suem 118,  ha portato a termine 846 interventi, circa l’8,5 per cento in meno rispetto al 2016. Gli interventi a carattere sanitario sono stati 821 con una diminuzione di circa l’8,8% rispetto all’anno precedente quando erano stati 901. Tra le variabili che hanno inciso sulla contrazione, anche le condizioni meteo registrate nel 2017, non sempre idonee alla frequentazione delle montagne venete.

 

In diminuzione anche le persone ferite, 439, pari ad un –21,8% rispetto al 2016, dato in controtendenza rispetto agli anni precedenti quando invece risultava in constante aumento. Si segnala, inoltre, un vistoso calo degli incidenti in pista: 81 interventi nel 2017. Un dato atteso poiché la stagione invernale è stata penalizzata dall’iniziale assenza di precipitazioni, la quale peraltro ha permesso agli utenti di effettuare escursioni anche nel primo periodo del 2017, incrementando così la statistica degli interventi in ambiente non innevato. Vanno, quindi, ricordate le 62 persone decedute, dato in forte aumento rispetto al 2016 con un +14,8% a livello Veneto. Al riguardo degli esiti mortali il trend dipende in realtà da fattori piuttosto diversi che non sono sempre riconducibili a ragionamenti coerenti con la statistica. Tuttavia le attività più coinvolte risultano essere: l’escursionismo, l’alpinismo e l’attività lavorativa eseguita in ambiente ostile e impervio. Purtroppo si segnalano alcuni casi di suicidio che risultano in aumento rispetto al 2016 di circa il 12-15 %. 

 

Le cause e le attività. Si deve constatare come le cause ascrivibili alla mancata preparazione fisica e psicofisica rappresentino una percentuale ragguardevole. Il 13,7% dei soggetti soccorsi sono ascrivibili a cause come malori e ‘sfinimento’ vari, mentre la perdita dell’orientamento ed incapacità hanno contribuito con il 20,7% dei casi, dato in aumento rispetto al 2016 di circa il 4,8%. Proprio questi valori, in modo particolare la perdita di orientamento con 105 soggetti recuperati e l’incapacità con 71 soggetti, dimostrano la colpevole superficialità con la quale gli utenti si avvicinano all’ambiente ostile ed impervio. Si riscontra, inoltre, una leggera flessione della percentuale delle cadute, che si attesta al 32,1%. Per la ‘scivolata’, invece, si ha un leggero aumento dall’8,5% del 2016 al 9,6% del 2017.

 

Per quanto riguarda le attività maggiormente coinvolte negli incidenti, l’escursionismo spicca su tutte con il 48,1% dei casi che, paragonato al 2016, risulta in crescita di circa il 20,8%. Mentre gli interventi in pista da sci hanno avuto una flessione passando dal 19,7% del 2016 al 13,8% del 2017. L’alpinismo è calato dal 10,4% del 2016 ad un 4,5% del 2017, passando dal terzo posto al sesto posto in graduatoria. Aumento corposo per le ferrate che sono passate dal 3,5% del 2016 al 5,7% del 2017 (+62,8%). Un valore leggermente in calo è riferito all'attività di ricerca funghi, che passa dal 2,5% nel 2016 all’1,9% nel 2017, mentre subisce un importante aumento l'attività di parapendio, che passa dai 25 casi nel 2016 ai 38 casi nel 2017 con un incremento percentuale di quasi il 52%, dato fortemente atteso per la massiccia presenza di piloti nell'area Prealpina per l'evento "Mondiali di Parapendio 2017" svoltosi nel periodo giugno/luglio 2017.

 

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