Verona insicura e degradata? Il sindaco Flavio Tosi non ci sta. «Non accetto lezioni». E va al contrattacco del Pd. Il partito di maggioranza a livello nazionale, con la candidata sindaco Orietta Salemi, con il capolista per il Consiglio comunale Gustavo Franchetto, e con i deputati Gianni Dal Moro e Vincenzo D’Arienzo, annunciando le proposte sul tema sicurezza e quanto finanziato (un miliardo) dai governi e trazione Pd ha anche contestato la gestione decennale di Tosi.
«Quelli del Pd sono gli ultimi a dover parlare», attacca Tosi. «Ricordo che prima di me era sindaco Paolo Zanotto, che era dei loro, e il livello di sicurezza in città era catastrofico. Quell’amministrazione aprì un campo nomadi, che poi io ho chiuso; lasciava i vu’ cumprà in centro storico e io li ho fatti andare via. Per non parlare del degrado nei quartieri», aggiunge il primo cittadino, ora capolista della Lista Tosi a sostegno della candidata sindaco Patrizia Bisinella, «in particolare a Veronetta e alla Golosine. Da quando ci sono io invece la situazione è nettamente migliorata».
Il Pd ha inoltre denunciato il fatto che il sindaco Tosi non abbia fatto ricorso al «Daspo urbano» - cioè estendere a sbandati o persone che deturpano zone della città la misura prevista per contrastare il fenomeno della violenza negli stadi; Daspo sta infatti per “Divieto di accedere alle manifestazione sportive - contenuto nel Decreto sicurezza. «Il Pd ha la sfortuna di essere al Governo», puntualizza Tosi, «e quindi deve dare risposte di tipo istituzionale attingendo dalla normativa e va detto, in questo, che non è tutta colpa loro. Comunque, se io ho chiesto oltre quattrocento allontanamenti di persone che hanno manifestato comportamenti scorretti, e alcuni hanno violato decine di volte le ordinanze e reiterato questi atti», aggiunge il sindaco, «e se poi il prefetto decreta l’allontanamento per trecento ma poi queste ritornano e libere, è chiaro che non cambia nulla. E il caso della rissa in Bra dell’altra domenica è emblematico: le persone coinvolte sono subito tornate libere».
Ma c’è di più. «Il Pd ignora le norme che produce», precisa, «perché il Daspo urbano prevede una trafila burocratica allucinante e poi si risolve con una multa, ma i soggetti coinvolti se ne fregano e non la pagano. Comunque, io continuerò a produrre Daspo», fa notare Tosi, «ma proprio per far emergere che questo strumento è fallimentare. Sarebbe efficace se chi compie certi atti andasse poi in cella, ma non è così».
A Tosi, inoltre, abbiamo chiesto che cosa pensa della marcia antirazzista svoltasi sabato a Milano, con circa centomila persone, per dire no a muri e divisioni e sì all’integrazione. Rappresentanti di tante comunità straniere, alcuni con i costumi tradizionali, si sono mischiati a sindaci con la fascia tricolore, a partire da quello di Milano, Giuseppe Sala e a vari esponenti politici, tra cui il ministro Maurizio Martina, il presidente del Senato Pietro Grasso, e poi Massimo D’Alema, Pier Luigi Bersani. «Io non ho mai sentito il bisogno di sfilare per una manifestazione del genere», commenta Tosi, «perché a Verona c’è una perfetta integrazione tra cittadini di diverse nazionalità».